lunedì 25 maggio 2009

io e lo sport (rubrica a cura di S.B., R.C. & A.V.

Juventus in grande apparenza Milan in calo e Ferrari in grande miglioramento.

la juve vice 0-3 in cassa del siena milan perde 2-3 contro la roma e le ferrari sono arrivati 3e4 e le branw 1e2 e anche calcomecato. rissa durante la partita genova-torino.



invormazioni sulla juve.

















Agente Trezeguet: «Roma, ipotesi percorribile»

Agente di trezeguet dice.

«Ha ancora due anni di contratto, poche squadre sono in grado di prenderlo».

Milan in crissi
dopo le due scofitte il milan vuole cambiare l'allenatore.

rissa a torino durante la partita
Cairo: «Brutta rissa, ma quante provocazioni»




il torino e in serie b.




F1: doppietta Brawn, ma la Ferrari c'è



Raikkonen chiude al terzo posto, subito dietro massa MONTECARLO (MONACO), 24 maggio - La furia Button non si arresta. Al volante della Brawn GP il pilota inglese ha dominato anche il gran premio di Monaco, conquistando la sua quinta vittoria stagionale dopo quelle in Australia, Malaysia, Bahrain e Spagna. La sua leadership del mondiale è più che mai rafforzata, grazie anche al compagno di squadra Rubens Barrichello, secondo, che frena ogni tentativo di rimonta degli avversari. Ma in un gran premio complessivamente noioso, la nota positiva arriva dalla Ferrari e dal suo primo podio stagionale. Il terzo posto di Kimi Raikkonen e il quarto di Felipe Massa sono la testimonianza che Maranello ha dato una svolta al suo pessimo inizio di campionato ed ora vuole velocemente rimettersi in carreggiata. Era dal Brasile della scorsa stagione (primo Massa, terzo Raikkonen) che i ferraristi non vedevano più la pista dal palco delle premiazioni.
S.B C.R A.V

sabato 23 maggio 2009

DEMONI DELLA DIVINA COMMEDIA


CARONTE

Autore: A.B.

MINOSSE

Autore: A.B.

CERBERO

Autore: A.B.


Autrice: E.S.


LUCIFERO

Autrice: L.L.


Autrice: E.S.

mercoledì 20 maggio 2009

STORIA: La Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America


gli USA al momento dell'Indipendenza dalla madrepatria inglese


Dichiarazione d’Indipendenza delle 13 colonie

[…]Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità.

[…]Quando una lunga serie di abusi […], rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire. Tale è stata la paziente sopportazione delle Colonie e tale è ora la necessità che le costringe a mutare quello che è stato finora il loro ordinamento di governo. Quella dell'attuale re di Gran Bretagna è storia di ripetuti torti e usurpazioni, tutti diretti a fondare un'assoluta tirannia su questi Stati. […]

Egli ha predato sui nostri mari, ha devastato le nostre coste, ha incendiato le nostre città, ha distrutto le vite del nostro popolo.

Egli sta trasportando, in questo stesso momento, vasti eserciti di mercenari stranieri per completare l'opera di morte, di desolazione e di tirannia già iniziata con particolari casi di crudeltà e di perfidia che non trovano eguali nelle più barbare età, e sono del tutto indegni del capo di una nazione civile. […]

Egli ha incitato i nostri alla rivolta civile, e ha tentato di istigare contro gli abitanti delle nostre zone di frontiera i crudeli selvaggi indiani la cui ben nota norma di guerra è la distruzione indiscriminata di tutti gli avversari, di ogni età, sesso e condizione.

immagini della Guerra d'Indipendenza americana


[…]Un principe, il cui carattere si distingue così per tutte quelle azioni con cui si può definire un tiranno, non è adatto a governare un popolo libero.

E d'altra parte non abbiamo mancato di riguardo ai nostri fratelli britannici. Di tanto in tanto li abbiamo avvisati dei tentativi fatti dal loro parlamento di estendere su di noi una illegale giurisdizione[…]e li abbiamo scongiurati per i legami dei nostri comuni parenti di sconfessare queste usurpazioni che inevitabilmente avrebbero interrotto i nostri legami e i nostri rapporti.

Anch'essi sono stati sordi alla voce della giustizia, alla voce del sangue comune. Noi dobbiamo, perciò, rassegnarci alla necessità che denuncia la nostra separazione, e dobbiamo considerarli, come consideriamo gli altri uomini, nemici in guerra, amici in pace.

Noi pertanto, Rappresentanti degli Stati Uniti d'America, riuniti in Congresso generale, appellandoci al Supremo Giudice dell'Universo per la rettitudine delle nostre intenzioni, nel nome e per l'autorità del buon popolo di queste Colonie, solennemente rendiamo di pubblica ragione e dichiariamo:

Che queste Colonie Unite sono, e per diritto devono essere, Stati liberi e indipendenti;

che esse sono sciolte da ogni sudditanza alla Corona britannica, e che ogni legame politico tra esse e lo Stato di Gran Bretagna è, e deve essere, del tutto sciolto; e che, come Stati liberi e indipendenti, essi hanno pieno potere di far guerra, concludere pace, contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. […]

John Mancock          
(Seguono 55 firme di Rappresentanti dei 13 Stati)

 

George Washington, comandante dell'esercito dei rivoltosi

e primo presidente degli USA


GEOGRAFIA: Differenze tra economia socialista e economia di mercato (o capitalista)

L'economia socialista  è pianificata; ciò significa che la proprietà privata è abolita (o quantomeno, fortemente limitata) ed è lo Stato a stabilire la quantità da produrre e i relativi prezzi. Ad esempio nell'Ex-Unione Sovietica il prezzo del pane era tenuto artificialmente basso (cioè, non riusciva a coprire i costi di produzione) in quanto questo bene era considerato di prima necessità. Lo Stato insomma decideva, secondo logiche che potevano anche non seguire criteri economici, quanto, cosa e a quale prezzo produrre.

L'economia capitalista è il sistema economico affermatosi in Occidente e poi nel resto del mondo dopo la rivoluzione industriale, sostituendo la precedente economia feudale.
In questo sistema fondamentali sono i concetti di proprietà privata e di libertà di iniziativa economica. L'economia capitalista è _amorale_ (da non confondere con immorale), nel senso che, almeno in teoria, funziona senza considerare questioni etiche (morali, per l'appunto) o politiche. Ritornando all'esempio del pane, in una economia capitalista non c'è un prezzo troppo alto o troppo basso in termini assoluti, in quanto il prezzo è stabilito dal mercato e dalla relativa domanda ed offerta; il panettiere non produce, diciamo, X chili di pane al giorno al prezzo Y perchè corrisponde alla necessità del suo quartiere (o perchè così gli è stato detto dall'autorità statale), ma bensì perchè così facendo è in grado di massimizzare (rendere il più possibile elevati) i propri profitti. Se, supponiamo, non ci fossero abbastanza panetterie, lo Stato non potrebbe obbligare qualcuno a fare pane, ma probabilmente qualcuno, attratto dalla prospettiva di lauti guadagni, aprirebbe una nuova panetteria. In teoria (ma solo in teoria), se un panettiere "sgarra" (cioè fissa un prezzo troppo alto per il mercato), i consumatori si riforniranno da un altra parte, punendo così il furbo.
Ovviamente quella che si è appena descritta è la situazione in caso di mercati perfetti (che non esistono); la realtà può essere però ben diversa: ad esempio, ci sono pochi panettieri in giro rispetto alla domanda, molti vorrebbero fare il pane, ma il costo per aprire un panificio è troppo elevato per la maggioranza delle persone, così che l'offerta non è in equilibrio con la domanda.
Per combattere i cosiddetti "fallimenti del mercato", gli Stati moderni hanno introdotto alcuni sistemi di regolamentazione e di controllo nei più svariati settori, oltre che reclamare per sè, a volte anche in via esclusiva, alcune attività considerate fondamentali (sanità, istruzione, pensioni e così via); ciò nonostante, il principio di proprietà privata e di libertà di iniziativa economica non viene mai meno.

LE NOSTRE INTERVISTE 2


INTERVISTA AL NONNO

Come hai vissuto la guerra nella tua infanzia?

Sono nato nel 1942 ed era appena iniziata la Seconda Guerra Mondiale. Non ho dei ricordi reali di quel periodo perché ero troppo piccolo.

Dove hai vissuto?

Ho vissuto a S. Dalmazio, Cogliate, in una casa in un cortile rurale. La mia      casa era abbastanza grande e vivevo con i miei genitori e i miei due     fratelli, Angelo ed Elvira.

Hai avuto un’infanzia felice?

Si, non mi posso lamentare per le necessità e le possibilità di allora.

Quali erano i tuoi giochi e a cosa giocavi?

Io giocavo sempre e solo a calcio con i miei amici. A volte andavamo all’oratorio  la mattina e tornavamo alla sera. Mi piaceva tanto.

Fino a quando sei andato a scuola?

Ho finito le elementari e solo dopo parecchi anni, quando ne avevo più di quaranta, ho  frequentato le medie serali.

Quando hai iniziato a lavorare?

Ho iniziato a 15 anni come garzone in un grande mobilificio a Barlassina.

Per quanto hai lavorato lì? 

Ho lavorato nel mobilificio per 2 anni.

Successivamente cosa hai fatto?

Ho seguito la mia passione per il calcio e sono entrato a giocare nelle giovanili  del Milan,         delle quali ho fatto parte per 5 anni.

Al termine dell’esperienza nelle giovanili del Milan dove sei andato?

Sono diventato un calciatore professionista e sono andato a  giocare  nella     Reggina in serie C.

In che altre squadre hai giocato?

Ho giocato nella Rizzola, nel Nocerina, nella Spezia, nell’ Anconitana,   nell’Empoli, nella Pistoiese, nella Salernitana, nel Fano, nella Pergolese, nella         Metaurese, nel Matelica e nel Bovisio. In queste squadra ho partecipato ai     tornei di serie C, D e Dilettanti.  Per lavoro ho viaggiato molto e stavo spesso via da casa.

Per quanto tempo hai giocato a calcio?

Ho giocato fino all’età di 35 anni

Dopo la tua carriera calcistica cosa hai fatto?

Ho lavorato in uno stabilimento tessile a Rovellasca e poi sono stato assunto al  collegio Arcivescovile di Saronno con mansioni varie. Tuttora lavoro lì pur   avendo  quasi  67 anni.

Quando ti sei sposato?

Mi sono sposato nel 1969 con Maria Teresa.

Dov’è stato il primo incontro?

Ci siamo incontrati per la prima volta ad un concerto bandistico a Rovellasca. Siamo stati fidanzati per sette anni.

Quanti figli avete avuto?

Abbiamo avuto tre figli: Simona (1970), Claudio (1974) e Sabrina (1977).

Dove avete vissuto?

Abbiamo vissuto sempre  a Cogliate in una casa abbastanza grande in via  Alessandro Volta, tranne per un periodo in cui siamo stati a Fano, per il mio lavoro.

Quali sono i tuoi hobby?

Mi piace molto il calcio e seguo anche il ciclismo. Appena posso vado in bicicletta o a correre.       Nell’ultimo periodo mi sono appassionato anche alla lettura di   romanzi di vario genere. 


Autrice: G.C.

lunedì 18 maggio 2009

LE NOSTRE INTERVISTE


Intervista al nonno

“ Vivevo in un cortile di 85 persone, adesso sono tutte morte.”

“ Abitavamo in una casa a Cesano Maderno, al primo piano, c’ erano i miei 8 fratelli e i miei genitori”

“ La casa era composta da una cucina e due camere da letto:una per i genitori e una per i bambini;il bagno era in cortile.”

“Andavo a letto con un mattone scaldato nella stufa per riscaldarmi durante la notte.

Il paese era molto diverso da oggi: c’ erano poche case, costruite intorno alla chiesa, che è stata inaugurata il 2 Novembre 1937.

Le strade erano in terra battuta e ci si muoveva a piedi o in bicicletta.

“ Mio papà faceva il falegname con i suoi fratelli: fabbricavano i mobili.”

“ Ho frequentato la scuola fino alla 5° elementare; ero alto e stavo negli ultimi banchi.”

“ Sono stato un balilla e, prima di andare a scuola, dovevamo salutare la foto del duce in piazza”.

“ A 12 anni mio papà mi mandò a fare il falegname, dal 1942 al 1946.”
“ C’ era la guerra e per fortuna i miei datori di lavoro,che mi volevano bene, mi davano anche da mangiare.”

“Da bambini giocavamo con una palla fatta di stracci in cortile o sulla strada, ma solo il sabato e la domenica.”

“Aiutavo i miei genitori curando i fratellini più piccoli e a volte facendo la spesa.”

“ Quando avevamo molta fame rubavamo la frutta nei frutteti.”

“ Il mio primo vestito nuovo l’ ho avuto per il matrimonio di mia sorella, a 17 anni.”

“ A 21 anni ho prestato il servizio militare nei bersaglieri a Napoli e qui ho visto per la prima volta in vita mia il mare. A militare ho assaggiato per la prima volta anche il prosciutto crudo.”

“ Dopo il militare ho cominciato a lavorare nella bottega da falegname di mio padre con i miei fratelli. Lavorando giorno e notte abbiamo costruito la casa dove abito ancora oggi.”

“ Ho conosciuto mia moglie nell’ Agosto del 1954, all’ uscita dal cinema. Lei era con suo fratello e sua sorella.”

“Siamo stati fidanzati per circa 2 anni e nel 1956 ci siamo sposati. In viaggio di nozze siamo stati a Roma dai parenti di mia moglie.”

“Dopo un anno di matrimonio è nata la prima figlia, nel 1959 è nato tuo papà e, nel '64, un'altra figlia; dai matrimoni dei miei figli sono nati 7 nipoti.”

“Da giovane ero molto forte, infatti, per scommessa, tirai una 500 con le spalle per 40 km, a soli 19 anni; ho fatto anche il giro di Cesano Maderno con in mano e in spalla 7 biciclette!!!”

 

Autore: M.O.


Intervista alla mamma

Quando sei nata?

1 Ottobre 1966

Hai qualche parente che ha fatto la 2° guerra mondiale?

Si, mio zio ha fatto parte dell’ esercito. Lui scappava per tornare dalle persone più care. Nel rientro è stato catturato e mandato in prigione, perché qualcuno aveva fatto la spia. Quando è uscito ha fatto ancora qualche mese di guerra. Qualcuno si era salvato, ma tanti  erano morti.

Sei figlia unica?

No, ho 2 fratelli, 3 sorelle. Litigavamo sempre.

Facevi qualcosa per i tuoi genitori?

Si, lavoravo per aiutare la famiglia. Perché lo stipendio di mio padre era insufficiente, noi eravamo in tanti e mia mamma non lavorava.

Nel tempo libero cosa facevi?

Giocavo, ma più delle volte lavoravo.

Andavi a scuola?

Si, ma ho smesso di andarci dopo la 4° elementare, perché ho iniziato subito a lavorare.

Come andavi?

 Alcune volte bene e alcune volte male.

Quanti anni hai avevi quando hai avuto il tuo primo ragazzo?

17 anni.

Quando ti sei sposata e quanti anni avevi?

Mi sono sposata il 22/4/1989 e avevo 21.

Dove?

In Puglia, a Cerignola, provincia di Foggia.


Autore: S.D.

 

Intervista alla nonna

Come hai vissuto la guerra nella tua infanzia?


Sono nata nel 1934. Ai tempi della guerra ero piccola e l’ho vissuta molto male. In famiglia avevamo una fattoria e si faceva fatica ad andare avanti.


Dove sei nata? Per quanto tempo hai vissuto nel tuo luogo di nascita?                                          

Sono nata in provincia di Venezia ed ho vissuto lì fino ai 15 anni.          

Avevi fratelli o sorelle?                                                                                                                                    Sì, otto tra fratelli e sorelle. La mia vicenda familiare è un po’ complicata perché in realtà non siamo tutti nati dagli stessi genitori. Io sono la più piccola e sono l’unica figlia di primo letto. Poi i miei genitori   hanno divorziato  e si sono rifatti un'altra famiglia.          

Sei andata a scuola o hai lavorato fin da piccola?                                                   Sono andata a scuola e mi sono fermata alla seconda elementare. Poi dai  12 ai 15 anni ho lavorato in fattoria, per aiutare i miei genitori.                                       

Per quanto tempo hai lavorato?     

Dunque, dopo aver lavorato con i miei genitori, a 15 anni, mi sono trasferita da una zia a S. Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, e lì ho lavorato in casa. 

Quando hai incontrato tuo marito?          

Verso i  15 anni, quando mi sono trasferita, ho incontrato Sirio, il mio futuro marito. Lui era il fidanzato di mia cugina Maria, scomparsa a causa di un incidente… era stata sfortunatamente trovata morta sotto i binari di un treno. All’inizio Sirio non mi piaceva molto, anzi provavo o un po’ di pena per lui, poi i miei cugini e mia zia mi hanno convinto a mettermi assieme e, con il tempo, me ne sono innamorata.       

Quando vi siete sposati?                                                                             

Siamo stati fidanzati cinque anni, nei quali ci sono state varie crisi perché io me ne sono dovuta ritornare dai miei genitori a circa 60 Km di distanza da lì, ma lui una volta ogni settimana veniva in bicicletta a trovarmi e così, quando poi sono tornata ci siamo spostai. Era il 1955.                                                                         

Quanti figli avete avuto?  

Dopo un anno dal matrimonio abbiamo avuto il primo figlio Ivano (1956) e circa sei anni dopo è nato l’altro figlio Maurizio (1956).                                                  

Dove avete vissuto?                                                             

Nel 1957, quando Ivano aveva un anno, per problemi di lavoro, ci siamo dovuti trasferire a Varedo ed abbiamo vissuto lì per circa 33 anni. Poi ci siamo ritrasferiti a S. Giorgio di Nogaro, lasciando la casa a mio figlio più piccolo e l’officina a quello più grande. Lì mio marito se è ammalato e nel 1999 è scomparso.                   

Dopo la scomparsa di tuo marito cosa hai deciso di fare?                         

Dopo la scomparsa di mio marito, ho deciso di trasferirmi a Cogliate, dove abita mio figlio più grande, già spostato e con tre figli, mentre quello più piccolo abita a Milano, sposato da poco e con un figlio.     

Quali sono le tue abitudini ora?       

Ora sono pensionata e vivo da sola. Ogni tanto mi faccio i miei giretti in bici per Cogliate.


Autrice: G.D.


domenica 17 maggio 2009

STORIA: Il "dispotismo illuminato" in Europa

Altri Stati europei seguirono il modello austriaco.

La PRUSSIA di Federico II (che regnò tra il 1740 e il 1786) riuscì a creare una burocrazia efficiente in cui i nobili, conservando grandi privilegi, accettarono di mettersi al servizio del sovrano, nel ruolo di funzionari e comandanti dell’esercito.

L’esercito prussiano fu fortemente potenziato divenendo il più forte e temibile d’Europa. Grazie ad esso e a una politica estera molto aggressiva, sotto Federico II i territori del regno raddoppiarono.

Federico II fu il primo sovrano in Europa ad organizzare un sistema di istruzione elementare obbligatoria.

Come in Austria fu abolito l’uso della tortura, furono proibite le pene troppo crudeli e la pena di morte fu molto limitata.

Anche in campo religioso il sovrano promosse una politica di tolleranza.

 

In RUSSIA nel 1762, dopo aver fatto arrestare il marito, lo zar Paolo III, salì al trono la zarina di origine tedesca Caterina II.

Anch’essa, come Federico II, era un’ammiratrice degli illuministi francesi che invitò alla sua corte.

Come Giuseppe II, la zarina colpì duramente la Chiesa (ortodossa) chiudendo molti monasteri e impossessandosi dei loro beni. Con il ricavato fondò molte scuole elementari nelle principali città. Esse duravano 2 anni e dovevano essere frequentate da tutti i bambini.

Il programma però non funzionò molto bene perché molto costoso, perché in maestri erano insufficienti e perché era difficile convincere le famiglie più povere a mandare i bambini a scuola piuttosto che farli lavorare.

La zarina a parole condannò la servitù della gleba, ma in realtà fece poco per migliorare la condizione dei contadini per non rischiare di mettersi contro la nobiltà.

 

A fare le spese del grande rafforzamento di Austria, Russia e Prussia fu la debole Polonia. I tre potenti Stati infatti si accordarono tra loro per spartirsi i territori del vicino Stato polacco che, nel 1795 cessò di esistere.

 

L’Italia era ancora un mosaico di piccoli staterelli, alcuni indipendenti altri sottomessi all’autorità austriaca. Anche nel nostro paese le idee illuministe si diffusero producendo importanti effetti.


L'Italia nel Settecento


Nella Milano austriaca si riuniva l’Accademia dei pugni, un gruppo di intellettuali guidato da Pietro Verri (1728-1797) e da Cesare Beccaria (1738-1794). Tra il 1764 e il 1766 i membri di questa associazione pubblicarono l’importante rivista “Il Caffè” che si occupava di argomenti di economia, legge, letteratura.

Beccaria fu l’illuminista italiano più conosciuto in Europa, grazie alla sua celebre opera Dei delitti e delle pene (1764), tradotta in molte lingue europee.



In questo trattato egli condannava la pena di morte:

Questa inutile prodigalità di supplizi, che non ha mai reso migliori gli uomini, mi ha spinto ad esaminare se la morte sia veramente utile e giusta in un governo ben organizzato. [...] Le leggi rappresentano la volontà generale dei cittadini, che altro non è se non l’insieme delle singole libertà individuali. Chi è mai colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l’arbitrio di ucciderlo?

[...] Non è l’intensità della pena che fa maggior effetto sull’animo umano, ma la sua durata. [...] Non è il terribile ma passeggero spettacolo della morte di uno scellerato ma il lungo e doloroso esempio di un uomo privo di libertà, che, divenuto bestia di servigio (condannato ai lavori forzati), ricompensa con le sue fatiche quella società che ha offesa, che è il freno più forte contro i delitti.”

 

In sostanza, se un delitto è da considerare un danno contro la comunità, non è  di nessuna utilità che il malvivente venga ucciso; dovrà piuttosto pagare con i lavori forzati il suo debito verso la cittadinanza.

Inoltre Bccaria si batteva contro i trattamenti inumani inferti ai carcerati e soprattutto contro l’uso della tortura che, alla sua epoca, veniva usata negli interrogatori nel tentativo di far confessare un presunto colpevole.

 

“Questo è il mezzo più sicuro per assolvere i robusti scellerati e di condannare i deboli innocenti. Ecco i fatali inconvenienti di questo preteso criterio di verità, un criterio degno di un cannibale.”

 

La tortura della corda 

era un sistema molto utilizzato negli interrogatori 

fino al XIX sec.


Le idee di Beccaria fecero molto scalpore. Alcuni sovrani ne presero spunto per riformare la giustizia nei loro regni, ma furono molto pochi quelli che arrivarono ad abolire la pena di morte.

 

LA LOTTA CONTRO LA CHIESA

In Italia e negli altri Stati cattolici la Chiesa aveva un potere grandissimo. Non solo aveva il monopolio dell’istruzione (erano quasi solo gli ecclesiastici ad occuparsi di questo delicato compito), ma godeva del privilegio di non pagare le tasse ed era proprietaria di grandissimi possedimenti terrieri (nel Regno di Napoli addirittura il 50% di tutte le terre).

Dunque molti sovrani, in Italia e in Europa, per rafforzare il proprio potere, attaccarono duramente questi privilegi.

 

Uno degli effetti più clamorosi di questa battaglia fu l’abolizione dell’ordine dei gesuiti. Questo ordine, fondato nel 1540 da Ignazio da Loyola, era diventato molto ricco e potente. Spesso i gesuiti erano confessori e consiglieri dei più potenti sovrani, avevano fondato in Europa molti collegi in cui venivano educati i figli delle famiglie nobili e agiate, erano famosi per la loro profonda cultura e per la durezza con cui si opponevano alle nuove teorie scientifiche e alla libertà di pensiero illuminista. Inoltre avevano una grande influenza all’interno del Tribunale dell’Inquisizione e nella scelta delle opere da censurare.

 

Il primo regno ad espellere i gesuiti fu il Portogallo, nel 1759. Poco dopo seguirono la Francia, la Spagna, il Regno di Napoli, il Ducato di Parma. La situazione divenne così critica che, nel 1773, papa Clemente XIV decise di sopprimere provvisoriamente la Compagnia di Gesù.

Non tutti gli Stati europei però fecero lo stesso. In Prussia e in Russia i sovrani rifiutarono di sciogliere l’ordine perché in tal modo avrebbero perso molti validi insegnanti (quali erano i gesuiti), danneggiando l’istruzione nei loro Paesi.

 

Molti Stati italiani, sotto influenza austriaca, imitarono invece la politica di Maria Teresa e Giuseppe II: si sforzarono di far pagare le imposte al clero e chiusero molti monasteri e conventi impossessandosi dei loro beni.

 

LA LOMBARDIA AUSTRIACA

Oltre ai provvedimenti presi contro la Chiesa, in Lombardia, durante il regno d Maria Teresa entrò in vigore un catasto, di modo che anche aristocratici e clero fossero obbligati a pagare le tasse.

Furono inoltre  migliorate le vie di comunicazione e rimodernate le università e le biblioteche.

Sotto il regno di Giuseppe II, nel 1786, furono aperte delle scuole elementari, per l’istruzione della popolazione più umile.

 

IL GRANDUCATO DI TOSCANA

Nel 1765 divenne Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, fratello minore di Giuseppe II e suo successore sul trono imperiale. Anche egli fu un sovrano illuminato che diede grande impulso alla modernizzazione del suo Stato. La riforma più coraggiosa che adottò riguardò la giustizia.




il granduca Pietro Leopoldo d'Asburgo


Nel 1786, infatti, emanò un nuovo codice che aboliva la tortura e la pena di morte. Era la prima volta in Europa che le idee di Beccaria venivano messe in pratica.