domenica 17 maggio 2009

GEOGRAFIA: Comunismo e Socialismo Reale in URSS



L'Unione Sovietica fu la prima nazione del mondo a basare la sua economia sui principi del comunismo. Ma di cosa si tratta esattamente?

 

Nonostante l'idea di una società comunista si sia sviluppata fin dall'antichità, i termini socialismo e comunismo sono di origine settecentesca e si diffondono solo con la Rivoluzione Industriale. Nonostante ciò, il termine comunismo spesso viene usato per descrivere tutte le teorie, nel corso della storia,che prevedono il possesso collettivo dei mezzi di produzione (la terra per la produzione agricola, le fabbriche per quella industriale) e l' abolizione della proprietà privata.

Il principio della comunione dei beni era una caratteristica del cristianesimo delle origini. Negli Atti degli Apostoli si descrive il funzionamento della prima comunità cristiana, mettendo in risalto l'aspetto della comunione dei beni.

Gli stessi ideali verranno adottati dagli ordini monastici, a partire dai benedettini, la cui regola, scritta direttamente da San Benedetto, prevedeva la comunità dei beni.

 Anche le civiltà precolombiane in America sono di tipo comunistico.

Ideali di tipo comunistico e un progetto di abolire la proprietà privata tornano in auge all'epoca della Riforma protestante, con la guerra dei contadini, che sconvolge l'Europa ed è soffocata nel sangue.

Qualche anno prima L'Utopia di Tommaso Moro e più tardi La Città del Sole di Tommaso Campanella descrivono ugualmente altre comunità ideali in vario grado comuniste.



Tommaso Moro


In forme diverse l'idea di comunismo aleggia durante tutto l'Illuminismo come conseguenza della nascente attenzione al concetto di uguaglianza tra tutti gli esseri umani.  Un’uguaglianza tra i cittadini, anche se non proprio comunistica, era anche quella sostenuta da Jean-Jacques Rousseau.

 

Fino alla pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista dei filosofi tedeschi Marx e Engels, nel 1848, i termini socialismo e comunismo erano considerati più o meno sinonimi.  

In quest’opera la storia viene letta alla luce del concetto di lotta di classe: il motore della storia è nel contrasto tra una piccola élite (la classe borghese), che possiede o controlla i mezzi di produzione, e la grande maggioranza di persone, che non possiede nulla, oltre la propria capacità di lavorare (forza lavoro).

Si parla quindi del dominio di una classe sociale su un'altra. La borghesia (i capitalisti – coloro che posseggono il capitale, cioè il denaro necessario per avviare un’attività economica impossessandosi dei mezzi di produzione), domina su una classe subordinata, il proletariato, ossia coloro che devono vendere la propria abilità al lavoro in cambio del salario necessario alla sopravvivenza.  

 La conseguenza della proprietà collettiva dei mezzi di produzione sarebbe stata, nell'ottica di Marx, la fine della divisione della società in classi sociali e, di conseguenza, la fine dello sfruttamento.


Marx e Engels


 Nell'opera, invece, Marx ed Engels operano la suddivisone tra «socialismo utopistico» e «socialismo scientifico», che essi chiamano anche comunismo. Gli autori volevano evidenziare polemicamente le differenze tra le teorie socialiste allora diffuse e la loro, che si proponeva di essere scientifica.

 

Si diceva che l’Unione Sovietica, dopo la Rivoluzione del 1917 che abbatté il regime zarista e dopo la successiva Guerra Civile, fu il primo Stato Comunista del pianeta.

Ciò significa che lo Stato possedeva tutti i mezzi di produzione e l'agricoltura era collettivizzata (i contadini che fanno parte di una comunità agricola – cooperativa - non ricevono salario, ma una quota dei prodotti).

Dai primi articoli della costituzione sovietica si ha una idea precisa di come funzionava il sistema economico in Unione Sovietica:

ARTICOLO 4 - La base economica dell'U.R.S.S. è costituita dal comunismo e dalla proprietà socialista (collettiva) degli strumenti e mezzi di produzione, affermatisi in seguito all'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e all'eliminazione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo.

ARTICOLO 5 - La proprietà socialista nell'U.R.S.S. ha la forma di proprietà di Stato oppure la forma di proprietà cooperativa.

ARTICOLO 6 - La terra, il sottosuolo, le acque, i boschi, le officine, le fabbriche, le miniere, le cave, i trasporti ferroviari, acquei ed aerei, le banche, i mezzi di comunicazione, le grandi aziende agricole organizzate dallo Stato e così pure le aziende comunali e la parte fondamentale del patrimonio edilizio nelle città e nei centri industriali, sono proprietà dello Stato sovietico.

ARTICOLO 7: ogni famiglia appartenente a un colcos (cooperativa agricola), oltre al provente dell'economia collettiva del colcos, ha in godimento personale un piccolo appezzamento di terreno attinente alla casa, e ha in proprietà personale, la casa d'abitazione, bestiame produttivo, animali da cortile e l'attrezzamento agricolo minuto.

ARTICOLO 9 - Accanto al sistema socialista dell'economia, che è la forma economica dominante nell'U.R.S.S., è ammessa dalla legge la piccola azienda privata dei contadini non associati e degli artigiani, fondata sul lavoro personale, escludente lo sfruttamento del lavoro altrui

 

IL SOCIALISMO REALE: CRITICI E SOSTENITORI

Per socialismo reale si intende quella forma di governo ispirata agli ideali del comunismo e applicata prima nell’U.R.S.S., successivamente in diversi Stati del pianeta, in particolare in quelli dell’Europa Orientale. Tra gli Stati che ancora oggi, più o meno, adottano questa forma di governo: la Cina, la Corea del Nord, Cuba.


I sostenitori di questi Stati che in essi si è realizzato un sistema di welfare che offre impiego sicuro, sanità e abitazioni ai tutti i cittadini. I critici del comunismo tipicamente condannano gli "stati socialisti", sostenendo che tutti rimasero molto arretrati, in confronto all'occidente industrializzato, in termini di sviluppo economico e qualità della vita.


L’economia statale ha in alcuni casi prodotto avanzamenti impressionanti, tra cui il rapido sviluppo dell'industria pesante nell'Unione Sovietica degli anni '30 e in seguito quello del programma spaziale sovietico. Un altro esempio citato dai sostenitori è lo sviluppo dell'industria farmaceutica a Cuba. Anche i primi progressi nella condizione delle donne furono notevoli, in particolare nelle aree islamiche dell'Unione Sovietica. I critici comunque affermano che, malgrado alcuni progressi, i fallimenti furono molto più pesanti: il fallimento da parte dell'Unione Sovietica di raggiungere l’autosufficienza nell'agricoltura (che costrinse l'URSS a diventare un importatore di cereali dopo la seconda guerra mondiale), così come la costante povertà di molti Stati socialisti.


Altri aspetti positivi riguardano i generosi programmi sociali e culturali. I programmi di istruzione universale sono stati un punto di forza, così come la fornitura dell’assistenza sanitaria a tutti i cittadini. I sostenitori del comunismo evidenziano gli alti livelli di alfabetizzazione riscontrabili nell'Europa dell'Est, a Cuba o in Cina. I critici accusano che l'istruzione obbligatoria comunista era piena di propaganda e censurava le opinioni contrastanti.

I critici sostengono inoltre che alcuni "stati socialisti" furono impegnati della distruzione del patrimonio culturale delle rispettive nazioni: Romania (progettò la distruzione dei centri storici di molte città e la realizzò parzialmente a Bucarest), Cina (repressione della cultura tibetana) e Unione Sovietica (distruzione, abbandono o riconversione degli edifici religiosi) sono tra gli esempi più citati.


Vengono inoltre citati i disastri ambientali attribuibili ai governi comunisti in carica, come la scomparsa del Lago d'Aral, negli odierni Uzbekistan e Kazakistan, che si ritiene sia stata causata dalla deviazione delle acque di due suoi immissari per utilizzarla per la coltivazione del cotone.



La desertificazione del Lago d'Aral

uno dei peggiori disastri ambientali verificatosi nell'ex-URSS


Un'altra critica ai regimi comunisti riguarda la pratica adottata da alcuni di questi Stati, di classificare i critici interni al sistema come malati di mente e di incarcerarli in ospedali psichiatrici.

Estese ricerche storiche hanno documentato violazioni su larga scala dei diritti umani da parte di questi Stati, in particolare durante il regime di Stalin , ma accadute in tutti gli "stati socialisti" nel corso della loro esistenza.


Il dittatore sovietico Stalin

ritratto "al timone" del suo Paese


Le principali sono le morti per esecuzione, i campi di lavoro forzato, il genocidio di alcune minoranze etniche, e le carestie causate sia dalla cattiva gestione dell’agricoltura. Il numero esatto di vittime causate da questi regimi è conteso, ma diverse ricerche storiche mostrano che furono almeno decine di milioni. Altre critiche diffuse riguardano la documentata assenza di libertà di parola dei regimi comunisti, le persecuzioni etniche e religiose, la mancanza di democrazia e l'uso sistematico della tortura.

Sono state criticate anche le restrizioni all'emigrazione, l'esempio principale è dato dal Muro di Berlino.

I sostenitori ritengono questo approccio troppo semplicistico, evidenziando che esecuzioni, lavori forzati, repressione delle minoranze etniche e carestie di massa, sono presenti nella storia di Russia e Cina anche prima dell'avvento dei rispettivi regimi comunisti. I critici affermano che i mali del passato, di un vecchio regime, non possono essere usati per giustificarne di nuovi.


Molti marxisti i sostengono che la maggior parte degli "stati socialisti" non aderì veramente al marxismo, ma ad una sua degenerazione che niente aveva a che fare con i valori di uguaglianza sociale propri della filosofia originaria.  Infatti gli "stati socialisti" sarebbero stati sistemi nei quali emerse una nuova e potente classe di dirigenti di partito, che esercitarono il completo controllo sui mezzi di produzione, e sfruttarono la classe operaia. Questa nuova classe regnante viene solitamente definita nomenklatura.

 

STATO E CHIESA   IN U.R.S.S.

La separazione tra Stato e Chiesa venne decisa in URSS il 23 gennaio 1918 dai soviet. Lo Stato divenne ufficialmente ateo e di conseguenza per esso era come se gli ecclesiastici e la religione non esistessero: la religiosità venne ridotta a semplice scelta privata e la chiesa ortodossa costretta a rinunciare a tutti i privilegi come l'esenzione dalla tasse e dal servizio militare ecc...

Coloro i quali non svolgevano lavori socialmente utili (ecclesiastici, privati ecc...) venivano esclusi dal voto e non pagati. Quindi questi ultimi una volta esaurite le risorse di cui erano dotati, dovettero svolgere un altro lavoro per sostentarsi. Venne introdotta infine l'obbligatorietà del matrimonio civile, vennero distrutte le chiese che occupavano suolo pubblico e lasciate solo quelle che sorgevano in desolate campagne e vennero abolite tutte le feste religiose come il Natale.

Stalin stabilì che il condividere "superstizioni religiose" (ovvero fare processioni, credere ai miracoli etc...) era punito con la prigione, con la deportazione nei gulag[1] (nel caso di reiterazione) o con la fucilazione se nei gulag il prigioniero opponeva resistenza. Infine solo in alcune località remote venne concesso di svolgere cerimonie religiose. Ne derivò che delle 54.000 chiese presenti nel territorio dell'URSS nel 1917, nel 1939 ne rimanevano 700.

Soltanto negli anni '80 vi fu una tregua nella lotta antireligiosa. La situazione perdurò fino al 1990, ovvero fino a quando Gorbačëv permise la libera propaganda religiosa.

 

SCIENZA E TECNOLOGIA

Nel 1957 l'Unione Sovietica realizzò e mise in orbita il primo satellite artificiale nella storia dell'umanità: lo Sputnik 1.

Nel 1961 il sovietico Jurij Gagarin è il primo uomo nello spazio. 


Yuri Gagarin


L'Unione Sovietica vantava anche un moderno esercito, anche se spesso privo di un finanziamento adeguato. Le unità antiaeree e corazzate probabilmente erano tecnologicamente superiori a quelle statunitensi nella seconda metà della guerra fredda. Negli anni 80' l'Unione Sovietica mise in orbita la prima vera e propria stazione spaziale a lunga durata: la MIR, che in russo significa sia "mondo" che "pace".

La MIR era stata progettata per durare massimo 5 anni, ma nonostante i carenti fondi e le mille difficoltà la MIR rimase in orbita per ben 15 anni. Gli ICBM sovietici (come quelli russi oggi) erano i più potenti e potevano coprire distanze maggiori di qualsiasi altro missile.


La stazione spaziale MIR

L'Unione Sovietica fu a lungo all'avanguardia anche nello sfruttamento civile dell'energia nucleare e varò nel 1957 la prima nave di superficie a propulsione atomica, il rompighiaccio Lenin. Come in altri campi della scienza e della tecnologia anche in quello nucleare il declino economico dell'URSS provocò ritardi e malfunzionamenti che culminarono nel Disastro di Černobyl' del 1986.


Chernobyl, 1986


[1]  campi di lavoro forzato. Benché questi campi fossero stati pensati per criminali di ogni tipo, il sistema dei Gulag è noto soprattutto come mezzo di repressione degli oppositori politici dell'Unione Sovietica.

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