giovedì 30 aprile 2009

Viaggio in Europa. Qualche link utile

Vi segnalo qualche link che può servirvi per continuare o perfezionare il vostro lavoro.
Cercate bene il vostro paese o le città che vi interessano perchè gli indirizzi sono in ordine sparso,visto che sto aggirnando il blog man mano che trovo qualcosa.
E' sufficiente che clicchiate sull'indirizzo per visualizzare la pagina che vi interessa.
Buon primo maggio.
Prof. Galati



Copenaghen : http://viaggi.libero.it/week-end/a-caccia-di-design-ne1190.phtml


Regno Unito: http://www.visitbritain.it/ 


Londra: http://viaggi.libero.it/news/tutti-a-londra-ne1207.phtml


Scozia: http://international.visitscotland.com/it/


Galles: http://www.medioevo.com/index.php?option=com_medioevocontent&task=view&id=304&Itemid=54&limit=1&limitstart=13〈=it

 

Barcellona: http://viaggi.libero.it/week-end/barcellona-tricolore-ne1160.phtml

 

Spagna: http://viaggi.libero.it/week-end/primavera-valenciana-valencia-spagna-ne1335.phtml

 

http://viaggi.libero.it/week-end/siviglia-ole-ne902.phtml

 

http://viaggi.libero.it/week-end/pamplona-aca-toro-ne762.phtml

 

http://viaggi.libero.it/week-end/tutta-un-altra-ibiza-ne624.phtml

 

Islanda: http://viaggi.libero.it/il_viaggio/islanda-viaggio-geyser-iceberg-balene-vulcani-fiordi-ne1354.phtml


http://www.visiticeland.com/default.asp?cat_id=752

 

Finlandia: http://viaggi.libero.it/il_viaggio/alla-scoperta-di-babbo-natale-ne1123.phtml


http://www.visitfinland.com/w5/it/index.nsf/(pages)/index

 

Amsterdam: http://viaggi.libero.it/il_viaggio/amsterdam-in-bici-ne554.phtml

 

http://viaggi.libero.it/week-end/ad-amsterdam-per-la-festa-arancione-ne621.phtml


Paesi Bassi: http://www.holland.com/it/

 

Irlanda: http://viaggi.libero.it/il_viaggio/magica-irlanda-ne581.phtml


http://www.discoverireland.com/it/

 

Budapest: http://viaggi.libero.it/week-end/budapest-a-suon-di-musica-ne541.phtml

 

Berlino: http://viaggi.libero.it/week-end/la-lunga-notte-di-berlino-ne517.phtml

 

Francia: http://viaggi.libero.it/il_viaggio/a-zonzo-in-provenza-ne561.phtml

 

http://viaggi.libero.it/week-end/avignone-perla-della-provenza-ne796.phtml

 

http://viaggi.libero.it/week-end/loira-bicicletta-piste-ciclabili-francia-pedalando-ne1356.phtml

 

http://viaggi.libero.it/week-end/provenza-francia-picasso-ne1348.phtml

 

http://viaggi.libero.it/week-end/cannes-non-solo-festival-ne637.phtml

 

Norvegia: http://viaggi.libero.it/il_viaggio/in-moto-tra-i-fiordi-ne552.phtml

http://www.amb-norvegia.it/travel/

 

Austria: http://viaggi.libero.it/week-end/villach-perla-carinzia-natura-lago-terme-relax-ne1376.phtml

 

http://viaggi.libero.it/week-end/vienna-stile-e-tendenze-ne728.phtml


http://www.austria.info/xxl/_site/it/_area/420190/home.html

 

Belgio: http://viaggi.libero.it/week-end/anversa-antico-moderno-schelda-momu-paper-fashion-ne1316.phtml


http://www.belgio.it/

 

Svizzera: http://viaggi.libero.it/week-end/ginevra-capitale-dell-auto-ne1269.phtml

 

http://viaggi.libero.it/week-end/basilea-non-solo-calcio-ne677.phtml


http://www.myswitzerland.com/it.cfm/home


Grecia: http://www.ente-turismoellenico.com/

MIstra: http://users.libero.it/haris/Lakonia/Mistras.hti

 

Svezia: http://www.visitsweden.com/svezia/

 

Ungheria: http://www.turismoungherese.it/

 

Repubblica ceca: http://www.czechtourism.com/ita/it/docs/holiday-tips/news/index.html


 Slovacchia: http://www.laslovacchia.it/turismo.htm


Ucraina: http://www.ucrainaviaggi.com/blog/tag/turismo/

 

Bulgaria: http://www.bulgaria-italia.com/bg/info/turismo/

 

Danimarca: http://www.visitdenmark.it/italien/it-it/menu/turist/turistforside.htm

 

Germania: http://www.vacanzeingermania.com/

 

Russia: http://www.russia-turismo.com/metro_mosca.html

 

Portogallo: http://www.visitportugal.com/Cultures/it-IT/default.html 

parchi del Portogallo: http://www.visitportugal.com/NR/exeres/63CA0054-C458-4BD1-B95C-8EB3AF520CBC,frameless.htm

http://www.visitportugal.com/NR/exeres/848B4ECF-A8DA-4145-A93C-81C042CDDAAD,frameless.htm

http://www.visitportugal.com/NR/exeres/7FD7C3F9-8E32-4A18-9C66-BAD7981A6D7E,frameless.htm


Slovenia: http://www.slovenia.info/it/Ente-Sloveno-per-il-Turismo.htm?_ctg_about_sto=0&lng=4


Croazia: http://www.croaziaturismo.com/

http://it.croatia.hr/Home/

http://viaggi.libero.it/week-end/delizie-di-spalato-ne655.phtml

martedì 28 aprile 2009

STORIA - Illuminismo - parte II°


I pensatori illuministi. L'economia e la politica.

Il desiderio di combattere l’ingiustizia, la miseria e l’ignoranza terrena portò gli illuministi a riflettere attentamente sull’epoca in cui vivevano.

Bisognava usare la ragione per esaminare la società, le usanze, le leggi per comprendere ciò che doveva essere cambiato e migliorato.

Fu condannata l’assurdità della guerra che il “secolo di ferro” aveva conosciuto molto bene: “tutti i vizi di tutte le età e di tutti i Paesi del globo riuniti assieme non uguaglieranno mai i peccati che provoca una sola campagna di guerra” affermò il francese Voltaire, uno dei più importanti intellettuali dell’Illuminismo.

L’economia

Alcuni studiosi cominciarono ad occuparsi anche di un argomento che in passato aveva interessato solo i sovrani e i loro ministri: l’economia.  Bisognava comprendere quali fossero le scelte migliori per aumentare la ricchezza di un Paese.


Adam Smith

Lo scozzese Adam Smith (1723-1790), considerato il fondatore di questa disciplina di studi, sosteneva che ogni individuo doveva essere lasciato libero di svolgere la propria attività (liberismo) perché, se i governi avessero evitato di intervenire con tasse e regolamenti, i commerci si sarebbero sviluppati rapidamente, portando prosperità e benessere a un numero sempre maggiore di persone.


La politica

Gli illuministi reclamarono inoltre il diritto di esprimere liberamente il loro parere e le loro critiche  anche a proposito delle leggi e del modo di governare. Se questa idea oggi può sembrare normale, nel Settecento era un’assoluta novità. Allora, eccetto che in Inghilterra (vedi il paragrafo sulla Gloriosa Rivoluzione) e nelle Province Unite, ovunque in Europa si sosteneva che  il potere dei sovrani derivasse direttamente da Dio.

Gli illuministi respinsero questo principio e affermarono che il primo dovere di un regnante era quello di garantire la felicità pubblica (cioè di tutti gli abitanti del Paese), quindi di governare nell’interesse dei sudditi.

Se questa idea era condivisa da tutti gli illuministi, non tutti erano d’accordo sul modo migliore per ottenere questo risultato.

 

Voltaire

Alcuni, come Voltaire, erano convinti che gli ideali dell’Illuminismo avrebbero affascinato anche i sovrani e che questi, ascoltando i consigli dei philosophes – così venivano chiamati gli illuministi francesi) avrebbero governato per modernizzare il loro Paese. Questa teoria fu chiamata dispotismo illuminato. (da despota à sovrano assoluto)

 

Montesquieu

Non era di questa idea il barone di Montesquieu (1689-1755). Egli era convinto che fosse necessario creare una forma di governo in cui l’autorità del re avesse limiti precisi.

Montesquieu ammirava l’Inghilterra dove il potere del Parlamento frenava quello del sovrano (ricorda la redazione del Bill of Rights dopo la Gloriosa Rivoluzione).

Secondo Montesquieu per governare un Paese dovevano essere messi in pratica tre compiti fondamentali:

- FARE LE LEGGI (potere legislativo)

- FARLE APPLICARE (potere esecutivo)

- GIUDICARE E PUNIRE chi non le rispetta (potere giudiziario).

 

Per avere un governo giusto e non oppressivo bisognava impedire che questi tre poteri fossero concentrati nelle mani di una sola persona. Andavano quindi separati e tenuti divisi.

Questa teoria, che Montesquieu scrisse nella sua opera più famosa L’esprit de lois (Lo spirito delle leggi), pubblicata nel 1748, è oggi adottata da tutti i Paesi democratici del mondo. Allora però venne ritenuta pericolosa, tant’è che, nel 1751, venne inserita nell’Indice di Libri Proibiti.

 

Jean-Jacques Rousseau

Un’idea ancora diversa era quella del ginevrino Jean Jacques Rousseau, aspramente critico nei confronti della proprietà privata e del progresso che, secondo lui sono stati la vera causa dell’infelicità umana. Affermava che l'uomo fosse, in natura, buono, un "buon selvaggio", ma che fosse stato corrotto in seguito dalla società civile e colta; vedeva questa come un prodotto artificiale nocivo per il benessere degli individui, portandoli alla degenerazione e al vizio.

“Il primo uomo che, avendo recintato un terreno, ebbe l'idea di proclamare questo è mio, e trovò altri così ingenui da credergli, costui è stato il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie, quanti orrori avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i pali o colmando il fosso, avrebbe gridato ai suoi simili: «Guardatevi dall'ascoltare questo impostore; se dimenticherete che i frutti sono di tutti e che la terra non è di nessuno, sarete perduti!»”

Rousseau era ostile alla monarchia e sosteneva che la miglior forma di governo fosse la Repubblica democratica: il popolo doveva essere il vero sovrano e quindi aveva il diritto di formulare le leggi e di scegliersi i governanti più capaci, ma anche di controllarli e allontanarli se non avessero agito per il bene pubblico.

 

 


 

 

SETTECENTO: L'Iluminismo - parte I°


L’Illuminismo

 L’illuminismo è un fenomeno culturale che si diffonde nel Settecento e tocca tutti i campi del sapere.

Gli illuministi erano degli studiosi che si occupavano di diverse discipline e spesso non condividevano la stessa opinione.

Avevano però in comune un’idea: gli uomini devono imparare a servirsi esclusivamente della propria RAGIONE per affrontare ogni tipo di problema.

 

L’illuminismo non nacque dal nulla. Esso raccolse l’eredità degli scienziati del Seicento (vedi l’Unità dedicata alla Rivoluzione scientifica). In particolare gli illuministi appresero il il metodo utilizzato da questi scienziati per studiare la natura: il metodo sperimentale. Non bisognava accontentarsi di ciò che era stato tramandato dalla tradizione, ma osservare direttamente i fenomeni della natura, scoprire tramite esperimenti le leggi che ne regolano il funzionamento ed esprimerle attraverso il linguaggio della matematica.

Anche nel Settecento quindi gli studi e le scoperte scientifiche progredirono incessantemente:

-         lo svedese Linneo e il francese Buffon approfondirono le conoscenze sule specie animali (zoologia) e vegetali (botanica);

-         l’americano Franklin e gli italiano Luigi Galvani e Alessandro Volta fecero importanti scoperte riguardo al fenomeno dell’elettricità.

 

Il laboratorio di Luigi Galvani


Gli illuministi e la religione

Inoltre questi studiosi avevano incominciato a mettere in dubbio gli insegnamenti delle Sacre Scritture, spesso affrontando la dura reazione della Chiesa (basti pensare al caso di Galileo).

Proprio riflettendo su queste difficoltà gli illuministi presero a criticare apertamente la religione.

Essi sostenevano che le Chiese (soprattutto quella cattolica) avevano ostacolato i progressi della conoscenza affermando che la verità era stata rivelata da Dio per mezzo delle Sacre Scritture e che i fedeli dovevano accettarla senza discutere.

Gli illuministi, invece, volevano sottoporre le credenze religiose all’esame della ragione. Ciò che vi era di ragionevole in esse andava conservato, il resto andava respinto in quanto frutto di superstizione.

Non tutti gli illuministi condividevano però le stesse idee in proposito:

-         alcuni (i deisti), pur criticando il clero, gli aspetti irrazionali della fede, le superstizioni e le rivalità tra fedi diverse che avevano portato alle guerre di religione, credevano nell’esistenza di un Dio buono che aveva creato l’Universo e gli aveva dato ordine;

-         altri (gli atei à da a – senza / theos – Dio) rifiutavano del tutto l’idea dell’esistenza di Dio. Questi ultimi ritenevano inutile e dannosa qualsiasi religione.

 

Anche se avevano idee differenti, ateisti e deisti erano d’accordo sul fatto che le religioni tradizionali avevano, nei secoli precedenti, causato guerre e sofferenze. Ciascuna religione infatti aveva ritenuto di possedere l’unica verità e questa convinzione aveva spinto tutte le Chiese a compiere violenze terribili contro gli avversari.

 

L’Illuminismo lottò per cambiare questa mentalità e per affermare un nuovo principio: la TOLLERANZA. Bisognava smettere di perseguitare le persone che avevano idee diverse in materia di religione: tutti dovevano poter convivere pacificamente gli uni accanto agli altri.

 

La laicità

La violenta polemica contro la religione contribuì allo sviluppo di una mentalità laica, cioè un modo di riflettere sull’uomo e sulla Natura completamente diverso da quello proposto dal cristianesimo.

Agli illuministi non interessavano il Paradiso o la salvezza dell’anima; essi si preoccupavano di cercare la strada per raggiungere il benessere e la felicità nella vita terrena  ed erano convinti che non la religione, ma la scienza e il sapere potessero garantire all’umanità un futuro d continui miglioramenti. 

STORIA: L'Italia austriaca


La guerra di Succesione spagnola.

La fine del dominio spagnolo in Italia.


 Carlo VI d'Asburgo


Nel 1700 morì senza figli Carlo II l’ultimo rappresentante degli Asburgo in Spagna.

Ebbe allora inizio una dura lotta per conquistare il trono spagnolo.

I contendenti erano due:

- Filippo d’Angiò, nipote di Luigi XIV di Francia. Quest’ultimo infatti si era imparentato con gli Asburgo sposando una principessa spagnola.

- Carlo d’Asburgo, figlio dell’imperatore e appartenente alla dinastia degli Asburgo d’Austria.

 

Il re Sole naturalmente appoggiò il nipote Filippo, ma questo fatto preoccupò diversi Paesi europei che temevano una possibile unificazione dei regni di Spagna e di Francia.

Così Carlo d’Asburgo potè contare sull’aiuto di Inghilterra, Provincie Unite, Prussia e Ducato di Savoia (lo Stato che promuoverà 150 anni più tardi l’unificazione dell’Italia).

La guerra era inevitabile.

Solo nel 1713 (pace di Utrecht) e nel 1714 (pace di  Rastadt) si arrivò a un accordo: i possedimenti spagnoli furono divisi.

La Spagna e le sue colonie andarono a Filippo, che divenne re con il nome di Filippo V. Si ebbe così il passaggio della corona iberica dalla dinastia degli Asburgo a quella dei Borbone (che regna ancora oggi nel Paese).

I Paesi Bassi spagnoli (attuale Belgio), il Ducato di Milano, il Regno di Napoli e la Sardegna furono assegnati a Carlo d’Asburgo, che nel frattempo era diventato imperatore con il nome di Carlo VI.

Anche il Ducato di Savoia aveva ottenuto dei vantaggi territoriali (la Sicilia e la provincia piemontese del Monferrato).

L’Inghilterra aveva ottenuto invece dalla Francia alcuni territori nord americani e dalla Spagna l’isola di Minorca e Gibilterra, importanti per il controllo del mar Mediterraneo.

 

Successivamente Filippo V ottenne la Sicilia dal Ducato di Savoia. In cambio offrì a quest’ultimo la Sardegna. Da allora il Ducato prese il nome di Regno di Sardegna.

Pochi anni più tardi l’Austria di Carlo VI perse molta della sua influenza in Italia, riuscendo a conservare solo il Ducato di Milano  e quello di Parma e Piacenza (più tardi conquistato dagli spagnoli).

Il Regno di Napoli e Sicilia passò a un figlio di Filippo V, Carlo III di Borbone. Inizia così, nel 1738 la dinastia borbonica dell’Italia meridionale, destinata a durare fino all’Unità d’Italia.

Gli austriaci riescono comunque a conservare una certa influenza sul Granducato di Toscana, dove si insedia la dinastia dei Lorena, imparentata con gli Asburgo d’Austria.

domenica 26 aprile 2009

Il diario della 2° C

Settimana dal 20 al 24 aprile

Lunedì 20: tutto normale fino all’ultima ora. Mancava la prof Molteni, come lunedì scorso, allora è venuto in supplenza il prof Ercolano che ci ha portati fuori in giardino. E’ stato divertente!

Martedì 21: giornata molto speciale, era il compleanno del prof Galati. Abbiamo deciso di fargli una sorpresa con tanto di regalo e pasticcini. Gli abbiamo regalato un libro e una penna. Appena lo abbiamo visto arrivare ci siamo nascosti sotto i banchi e abbiamo tirato giù le veneziane. Quando è entrato abbiamo urlato “auguri”. Prima dei regali è entrato D.C che aspettava fuori dalla porta con un cartello con scritto auguri appeso al collo e delle mollette nei capelli. Era proprio buffo! Abbiamo festeggiato insieme al prof ed era molto felice, ha detto che si è commosso.

Mercoledì 22: giornata piuttosto normale e molto, molto noiosa.

Giovedì 23: alla 6° ora, durante la spiegazione di un problema D.C. ce ne regala un’altra delle sue. Mentre si dondolava come al solito sulla sedia cade secco a terra. Si è sentito un grande rumore immediatamente seguito dalle nostre risate.

Venerdì 24: nell’intervallo tra la 5° e la 6° ora si è intrufolato nella nostra classe Bergantino, della 3°c. si è seduto all’ultimo banco vicino a S.B. al posto di F.B il prof Galati in un primo momento non si è accorto di lui, poi quando lo ha visto ha esclamato “oh no! Ancora tu!” e tutti sono scoppiati a ridere. 

Biografi: L.A. & G.C.


sabato 25 aprile 2009

STORIA: Il Seicento, Secolo dell'Assolutismo


Il secolo dell’Assolutismo

La Francia del Re Sole

Il Seicento è anche il secolo in cui si afferma un modo di governare chiamato assolutismo.

Questo ebbe particolare successo in Francia, sotto il regno di re Luigi XIV, dello il Re Sole.


Luigi XIV

Re Luigi voleva eliminare ogni limite alla sua autorità e, per conseguire questo obiettivo, cercò di eliminare diverse antiche tradizioni.

Un limite al potere del re era rappresentato dalle Assemblee degli Stati Generali (1° Stato = clero; 2° Stato = aristocrazia; 3° Stato = cittadini, professionisti…). Gli Stati Generali avevano il compito di esaminare le leggi esaminate dal sovrano. Se le ritenevano ingiuste o dannose potevano criticarle e ritardare la loro entrata in vigore.

Luigi XIV stabilì che i Parlamenti erano obbligati ad approvare le decisioni del re. Al limite, dopo averle approvate potevano esprimere delle lamentele, comunque inutili, perché il re non era tenuto a prestarvi ascolto.

Il Re Sole divise la Francia in trenta zone, chiamate genéralités. In ognuna di esse inviò degli intendenti, cioè dei funzionari nominati direttamente dal re, che poteva sostituirli a suo piacimento quando non avessero eseguito i suoi ordini precisi.

Gli intendenti avevano il compito di far rispettare le leggi, di riscuotere le tasse e di amministrare la giustizia. In questo modo il re poteva esercitare il suo potere anche nelle province più sperdute della Francia.

Il re Sole, inoltre, aveva capito che per mantenere saldo il suo potere era necessario controllare strettamente la nobiltà. Luigi XIV infatti non si fidava affatto dei nobili, che più volte, nel corso del ‘600 avevano organizzato rivolte contro i re di Francia.

Con essi il re usò la tattica del bastone e della carota: tolse a loro gli incarichi di governo più importanti e delicati, affidandoli solo a persone di stretta fiducia e di provenienza non aristocratica.; allo stesso tempo li coprì di onori e ricchezze, ma costringendoli a vivere nella lussuosissima nuova corte di Versailles, dove poteva controllarli strettamente.

La reggia di Versailles


Un atto molto grave compiuto da re Luigi XIV nel 1685, fu la revoca (ritiro, cancellazione) dell’Editto di Nantes, proclamato, come abbiamo già visto, da suo nonno, Enrico IV (vedi sopra). Il re, che era cattolico, non voleva che esistesse nel suo regno il diritto a praticare religioni diverse dalla sua. In questa maniera circa 200.000 ugonotti, a cui non era più permesso praticare la propria religione, fuggirono dalla Francia verso i Paesi protestanti: per il Paese fu un grave danno, perché tra gli ugonotti vi erano molti banchieri, imprenditori e commercianti abili e ricchi.

Il re Sole desiderava fare della Francia il Paese più potente d’Europa. Per far questo era necessario creare un grande esercito. E così fece: tra il 1664 e il 1703 l’esercito francese passò dai 45.000 soldati ai 400.000, il più grande d’Europa. E nemmeno Luigi aveva intenzione di lasciare i suoi soldati con le mani in mano: dei 54 anni del suo regno, ben 37 furono segnati da guerre! Se in un primo momento la Francia ottenne grandi successi soprattutto ai danni dell’ormai debole Spagna, questa politica aggressiva fece si che numerosi paesi europei si alleassero contro il re Sole, per cui egli non riuscì a raggiungere risultati di grande importanza. Oltretutto le guerre costano e per poterle fare bisognava inasprire le tasse, danneggiando gravemente i sudditi tenuti a pagarle (il Terzo Stato).

Altri sovrani assoluti

Altri sovrani europei cercarono di imitare, con maggiore o minore fortuna, il modello del Re Sole. Le parole d’ordine erano:

-         creare un forte esercito di professionisti ben addestrati.

-         Creare una burocrazia efficiente e fidata, come quella degli intendenti francesi, affinchè le tasse fossero pagate e gli ordini del re rispettati.

-         Limitare i privilegi e il potere dei nobili e del clero.

 

Questi tentavi ebbero successo in Prussia e in Russia.

La Prussia era uno dei principati elettivi del Sacro Romano Impero, ma dopo la guerra dei Trent’Anni i suoi governanti, gli Hoenzollern, ottennero la carica di re. Molto più tardi, nel 1871, dal regno di Prussia nacque la moderna Germania.

La Russia era un paese molto arretrato rispetto alle nazioni dell’Europa occidentale. Nel 1689 salì al trono lo zar (imperatore) Pietro I, detto il Grande. Egli era affascinato dalla cultura europea, in particolare da quella olandese, che si sforzò in tutti i modi di introdurre in Russia, scontrandosi duramente con gli aristocratici. Per sforzarsi di avvicinare il suo Paese all’Occidente fece edificare una nuova capitale sulle rive del mar Baltico, la città a cui diede il suo nome: Pietroburgo (nome che cambiò più volte nel corso della storia: San Pietroburgo, Pietrogrado, Leningrado e, ancora, San Pietroburgo, come si chiama oggi).

Molto più sfortunato fu il tentativo del re d’ Inghilterra, Carlo I Stuart. Anche in questo Paese il re, prima di Luigi XIV, cercò di limitare il potere delle assemblee, che qui si chiamavano Parlamenti, ed avevano una composizione diversa rispetto agli Stati Generali francesi.

I Parlamenti in Inghilterra erano molto più forti che in Francia e riuscirono ad opporsi fermamente alle intenzioni del re di governare senza consultarli. Da questo scontro nacque, nel 1641, una violenta  guerra civile che assunse anche caratteristiche religiose. Carlo I era un sostenitore della religione anglicana, mentre i ribelli, guidati da Oliver Cromwell, erano soprattutto  puritani (la variante inglese del calvinismo). 


Oliver Cromwell


Cromwell era un abilissimo comandante militare e il suo esercito riuscì a sconfiggere quello del re che fu imprigionato e condannato a morte nel 1649.


CentraLa decapitazione di Carlo I Stuart


Nel Paese fu proclamata la Repubblica, ma in realtà Cromwell governò fino al 1658 da vero dittatore, quasi da sovrano assoluto, tanto che gli inglesi, delusi dall’esperienza repubblicana, offersero il trono al figlio del re che avevano ucciso, Carlo II. Ancora una volta però i contrasti con il Parlamento si fecero sentire e divennero insopportabili sotto il regno di Giacomo II, fratello di Carlo II. Non solo questi pretendeva di governare da solo, ma si era anche convertito al cattolicesimo, cosa che faceva temere agli inglesi nuove guerre di religione.

Giacomo tentò di governare senza il Parlamento perché considerava il proprio potere ilimitato, assoluto. Il Parlamento giudicò inaccetabile il comportamento del re e, nel 1688, decise di cacciarlo. Fu chiamato in aiuto lo staolder (capo di Stato) olandese Guglielmo III d’Orange, marito della figlia di Giacomo II, Maria Stuart.

Lo statolder sbarcò in Inghilterra con il proprio esercito, ma al suo arrivo il re era già fuggito: il Parlamento era riuscito a liberarsi del sovran senza versare una goccia di sangue, per questo l’avvenimento benne chiamato Gloriosa Rivoluzione.


La Camera dei Comuni,  

una delle due assemblee del Parlamento inglese


Guglielmo e Maria vennero proclamati sovrani, ma prima di essere incoronati dovettero giurare di rispettare la Dichiarazione dei Diritti (Bill of Right) preparata dal Parlamento.

In questo documento si diceva che l’assemblea parlamentare aveva il diritto di:

-         approvare o respingere le nuove tasse proposte dal re

-         fare le leggi (potere legislativo)

 

Inoltre i sovrani dvevano garantire ai sudditi alcuni diritti fondamentali:

-         il diritto di non essere arrestati arbitrariamente (libertà personale)

-         il diritto di dire e pubblicare il proprio parere senza essere puniti (libertà d'espressione e di stampa)

-         la libertà di religione (che però non valeva per i cattolici)

 

Era nato uno Stato di tipo nuovo, unico in Europa: il re governava insieme al Parlamento che rappresentava il popolo inglese e limitava il potere del re.

In realtà solo i sudditi più ricchi avevano il diritto di eleggere i propri membri al Parlamento.

Si era cancellata la vecchia idea che il re derivasse i propri poteri da Dio e che quindi aveva il diritto di governare senza alcun limite. Da quel momento si iniziò a sostenere che il re riceveva il diritto di governare dai propri sudditi e che quindi dovesse rendere conto a loro.

martedì 21 aprile 2009

il diario della 2° C

21 aprile 2009

E’ da quasi 9 anni che bazzico per le scuole, ma una festa di compleanno a sorpresa organizzata dagli alunni non mi era mai capitata! Che dire… sono commosso.
Molto sexy D.C. nella sua tenuta da “coniglietto”, anzi “puledrino”, con tanto di cartiglio di auguri appeso al collo… Ma come vi vengono?
Temo proprio che mi mancherete… Un grande abbraccio a tutti: vi voglio bene.

Prof. Galati

lunedì 20 aprile 2009

GEOGRAFIA: Il Welfare State scandinavo. L'esempio finlandese


La Finlandia, che occupa una superficie territoriale tre volte più grande dell'Italia, con una popolazione di poco superiore ai cinque milioni, si è collocata negli ultimi anni ai primissimi posti tra le più ricche economie del pianeta. Al secondo posto lo scorso anno, davanti agli Stati Uniti sesti e all'Italia quarantaseiesima.
Nel paese c’è un alto tasso di uguaglianza sociale, ovvero una distanza ridotta tra i redditi dei più ricchi e quelli dei più poveri:se negli Stati Uniti il rapporto sperequativo è di 1 a 10, cioè che il reddito più basso deve essere moltiplicato per dieci per raggiungere quello del più ricco, in Finlandia è di 1 a 3.
Nel Paese baltico tuttora sanità e istruzione sono garantiti a tutti i residenti in maniera gratuita. Dagli asili nido, sino alle ben organizzate università (20 istituti), lo stato non solo offre gratuitamente l'accesso e la frequenza scolastica, ma interviene anche con sovvenzioni e case in affitto agli studenti che peraltro percepiscono un'indennità economica (un assegno) di studio. Questo fa della Finlandia il paese con il più alto tasso di scolarizzazione.
Il sistema del Welfare State (cioè degli aiuti alla popolazione più debole) è estremamente avanzato. La Finlandia ha informatizzato quasi tutto il sistema dei servizi sociali. Tra gli esempi concreti: l'infrazione stradale che viene sanzionata sulla base del reddito percepito (cioè a parità di infrazione paghi di più se hai un reddito più alto); esiste un progetto, chiamato Macro Pilot, che permetterà ad anziani ed invalidi di poter accedere ai servizi sociali allo stesso modo degli adulti che godono di buona salute. Con il permesso del paziente si potranno immagazzinare in un database tutti i dati sanitari di un paziente così da renderli accessibili a medici e farmacisti di tutta la Finlandia, facilitando le decisioni mediche. Inoltre con l'ausilio delle tecnologie sarà possibile monitorare la salute del paziente 24 ore al giorno direttamente da casa sua.
Quella finlandese è una società ad altissimo sviluppo tecnologico: la Finlandia è la patria dell' open source, cioè di quei progetti che in ambito software vengono sviluppati da appassionati programmatori che rendono il codice delle loro invenzione disponibile gratuitamente in rete, in modo che con la collaborazione libera e spontanea di altri sviluppatori si possa raggiungere una perfezione di software maggiore di quanto un singolo gruppo potrebbe ottenere. E' così che dall'idea di uno studente dell'università di Helsinki (Linus Torvalds) è nato nel 1991 il sistema operativo Linux, gratuito e antagonista a Windows che Microsoft si fa pagare profumatamente. Linux come progetto open source continua ancora oggi ad essere in costante evoluzione.
In Finlandia una persona su due gode dell'accesso ad internet. Questa penetrazione informatica che risale oramai a quasi vent'anni fa, quando proprio ad Helsinki nacque il primo Internet Service Provider (società che offre ai suoi clienti un servizio di accesso a internet) commerciale del mondo. Per far comprendere meglio lo sviluppo tecnologico di questo Paese basti anche semplicemente pensare alla diffusione della telefonia mobile tra il 1982 e il 1983 grazie al gestore locale Radiolinja (in Italia si ebbe l'inaugurazione della prima rete mobile solamente nel 1990 con un ritardato di almeno quindici anni).

Tornado al welfare finlandese, non bisogna dimenticare le politiche per il lavoro. In Finlandia si parla di "flexsecurity" cioè di flessibilità del lavoro (facilità per i datori di lavoro di licenziare = flessibilità) ma anche sicurezza (protezione per chi perde il lavoro). In Finlandia infatti, vi sono le stesse forme di lavoro flessibili che abbiamo in Italia. Ciò che invece è diverso sono quelle forme di garanzia come la formazione professionale, gli istituti di collocamento e i cospicui assegni di disoccupazione. Se il lavoratore finlandese, alla scadenza del contratto, perde il suo lavoro, potrà godere di corsi gratuiti di formazione e al contempo attendere la chiamata di un ufficio di collocamento per una nuova opportunità di lavoro. Il tutto mentre percepisce un sussidio mensile di sostegno molto più alto e prolungato di quello che percepiscono i lavoratori italiani. I tassi di disoccupazione sono simili a quelli italiani(7,8%), ma la spesa per la protezione sociale è del 26,9% in Finlandia e del 17% in Italia.


La scuola in Finlandia

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Secondo i dati dello studio Pisa (Programme for international study assessment), condotto su 400mila 15enni di 57 Paesi, i ragazzi finlandesi sono i meglio preparati in lingua, matematica e scienze. Gli italiani decisamente meno: uno su quattro non capisce ciò che legge e uno su due manca delle nozioni di base in matematica. Quali sono i segreti della scuola finlandese?

In Finlandia la nozione di insuccesso scolastico quasi non esiste. La percentuale di giovani in uscita dal sistema formativo senza alcun diploma si ferma allo 0,3%, contro il pesante 20% che, ad esempio, deve subire il Canada. L’attenzione verso gli studenti in difficoltà è massima, in tutte le scuole operano gruppi di docenti senza un orario d’insegnamento prestabilito, che hanno come unico compito quello di prendere in carico dopo le ore di lezione gli allievi che mostrano difficoltà di apprendimento.

I professori, dal canto loro, possono contare su aiuti e supporti di vario genere, come quello di poter conferire tre volte a settimana con gli psicologi della scuola per chiedere dritte e consigli su come relazionarsi con i ragazzi più problematici. Tutto il materiale scolastico, dalla gomma al libro di testo, è consegnato gratuitamente agli alunni, dalla prima classe delle elementari all’ultima del liceo.

La scuola privata, di fatto, non esiste. Su circa quattromila istituti scolastici, soltanto una sessantina sono privati, ma sono finanziati al 100% dallo stato e obbligati a seguire gli stessi programmi delle scuole pubbliche. Vengono denominati “privati” perché hanno il diritto di scegliere i propri alunni sulla base delle proprie convinzioni religiose o della comunità linguistica di appartenenza (essenzialmente scuole musulmane, ebraiche o francofone).

Infine – ma a questo punto la notizia apparirà normale – in Finlandia la professione docente gode di grande prestigio sociale e sono numerosissimi i giovani laureati che decidono di dedicarsi all’insegnamento.

Sicuramente il basso numero di abitanti della Finlandia facilita molto l'organizzazione di questa nazione, ma è anche vero che tale efficiente sistema di istruzione esiste proprio perchè la Finlandia è consapevole di essere un paese piccolo e povero di risorse, per questo ha deciso di puntare su quelle umane.

Il sistema scolastico finlandese è una inequivocabile espressione di civiltà, a cominciare dall'attenzione verso gli alunni in difficoltà e dal divieto di divulgare i risultati scolastici. In Finlandia è considerata un diritto di tutti, non si basa sulla selezione dei forti e sull'eliminazione dei deboli come avviene in Corea.

Pur senza stimolare la concorrenza tra scuole - come se queste fossero imprese - questo paese vanta studenti preparati, un tasso di alfabetizzazione tra i più alti al mondo e una dispersione scolastica (alunni che abbandonano la scuola prima della fine dell’obbligo) quasi inesistente. Non a caso la Lisbon Review del 2004 ha valutato la Finlandia come il paese più economicamente competitivo d’Europa. Altro dato: la Finlandia ha la proporzione più alta tra forza lavoro e ricercatori scientifici, impiegati sia nel settore pubblico che in quello privato. Il governo finlandese sa che l'investimento nella scuola, alla lunga, paga.

domenica 19 aprile 2009

il diario della 2° C

Dal 6 aprile al 17 aprile

6_04_2009, lunedì
All'ultima ora,la prof Molteni si è assentata, e in sua supplenza è venuto il prof. più stimato e adorato da tutti gli alunni, il prof Ercolano.Quando è entrato in classe ha ricevuto gli applausi da tutti gli alunni, e D.C. per dimostrare tutto il suo affetto, gli si è lanciato in braccio con l'intenzione di dargli un bacio!!Poi tutta la classe è uscita fuori, e ci siamo divertiti tantissimo!!

7_04_2009, martedì
5° ora, è venuta in supplenza la prof. Messina per l'assenza della prof. Conti.Durante una discussione in classe, l'alunno F.B. passa un quaderno a una sua compagna,ma...sfortunatamente finisce in testa a G.D..Povera G.D.!

8_04_2009, mercoledì
Ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Pasqua.Giornata normale finchè, alle 16.30 suona la campanella e tutti contenti gridano:"Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee...!!!"

15_04_2009, mercoledì
Ritorno a scuola dalle vacanze di Pasqua. Alla prima ora era assente il Don Matteo e in supplenza è venuta la prof. Benone con cui abbiamo fatto lezione sul teatro e sui personaggi teatali più importanti.Tutto il giorno normale. Alle ultime due ore la prof. Messina ha deciso di tagliare, solo dieci minuti prima del suono della campana, la colomba che l'alunna L.L. ha portato. Ma l'alunno N.C., contrario alla scelta della prof, tutto il tempo durante la lezione diceva:"Prof. ci apre la colomba?! Prof. ho fameeeeeeee, prof. la pregoooo!!". Ma N.C. non convinse per nulla la prof. che dieci minuti prima del suono della campanella ha tagliato la Colomba e N.C. di quel momento fu molto contento!!

16_04_2009
Giornata qualunque.

17_04_2009, venerdì
Alla prima ora con il prof. Pelà abbiamo suonato il flauto, ma, prima di fare questo, lui ci ha suonato il liuto, uno strumento a corde del 1600...ascoltare tutta quella musica tranquilla, per tutta la classe è stato molto rilassante.
5° ora con il prof. Galati. Dato che l'alunno D.C. dondola sempre sulla sedia, rischiando di cadere, il prof. Galati in modo scherzoso gli ha sempre fatto notare che potrebbe farsi male e la colpa potrebbe andare proprio al prof.; ma D.C. niente da fare. Per risolvere il caso, il prof. in quelle due ore ha deciso di appoggiarsi sullo schienale della sedia dell'alunno, per impedirgli di dondolare...ma per tutta la 5° ora .C. continuò lo stesso.

Biografi: E.S., S.P.

sabato 18 aprile 2009

GEO-TECNICA. Viaggio in Austria di L.A.

Finalmente è arrivato il 23 dicembre! È tantissimo che aspetto questo giorno! Ho le valigie pronte già da una settimana; ho messo dentro di tutto! C’è, oltre ai soliti vestiti, la mia tuta da sci preferita, quella rosa, perfetta per quelle piste; un fantastico abito da sera nero da usare per il concerto e la mia inseparabile macchina fotografica!!! Ovviamente ci sono anche i miei sci e il mio inseparabile portafortuna: un orsetto di peluche di nome Tito che ho da quando ero piccola! Questa vacanza sarà indimenticabile!! Io e la mia amica Chiara abbiamo già deciso l’itinerario da fare: la prima tappa sarà Innsbruck con i suoi mercatini; poi andremo a Kitzbumel a sciare; la terza tappa sarà Salisburgo, con la visita ella casa di Mozart e al Duomo; passeremo anche da Graz per visitare il suo centro storico protetto dall’Unesco; l’ultima tappa sarà la capitale dove concluderemo con il fantastico concerto di capodanno a Vienna. Il nostro treno partirà il 23 dicembre alle 8 di mattina e torneremo alla sera del 3 gennaio.

1° tappa: VIENNA
1 gennaio
Questa mattina io e la mia amica Chiara ci siamo alzate molto presto, eravamo emozionatissime perché dovevamo andare a vedere il bellissimo concerto di capodanno di Vienna. Alle 9 eravamo già in strada. Arrivammo lì molto presto, eravamo tra le prime. Allora ci sedemmo al nostro posto. Io chiesi a Chiara se sapeva come era strutturato il concerto, lei non fece in tempo a rispondere perché il signore di fianco a noi ci senti e ci diede la risposta. Adesso so che è diviso in due parti: la prima parte si basa su musiche degli Strauß e, tradizionalmente, viene concluso con l'esecuzione di due brani fuori programma: An der schönen blauen Donau (Sul bel Danubio blu) e la Radetzky-Marsch (Marcia di Radetzky); la seconda parte è uno spettacolo di danza eseguito dai ballerini dell’Opera di Stato che però li possono vedere solo quelli che seguono il programma da casa. In questa sala, la Musikverein, ci sono molti fiori e tutti provengono da Sanremo. Il concerto è stato bellissimo!!!! Alla fine, nell’ultimo brano, ci siamo messi tutti a battere le mani!!
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Quando siamo usciti io stavo morendo di fame, allora ci siamo recate al primo ristorante che abbiamo trovato. Appena entrate i camerieri ci hanno accolte benissimo, ci hanno dato un tavolo al centro della sala. Hanno consigliato alcuni piatti: la Wiener Schnitzel, una cotoletta di vitello impanata e fritta, e il Kaiserschmarren, una frittata dolce sminuzzata. Io scelsi la carne, invece Chiara prese la frittata. La mia aveva un sapore buonissimo, un po’ somigliante alla cotoletta di Milano. Ovviamente assaggiai anche la frittata di Chiara. Era buona ma molto strana, era condita di frutta!! Io non lo sapevo così quando la mangiai mi andò di traverso e dovetti bere due bicchieri di acqua per riprendermi!!! Di dolce prendemmo tutte e due la Sachertorte, una torta di cioccolato con marmellata di albicocche. Era buonissima!! Aveva un sapore indescrivibile!!

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Finito di mangiare non sapevamo cosa fare, così Chiara propose di andare al Prater. Il Prater è il parco dei divertimenti di Vienna, è situato vicino al Danubio e la sua attrazione più famosa è la ruota panoramica. Io avevo un po’ di paura a salire, ma Chiara con il suo entusiasmo mi convinse. Quando fui in cima mi accorsi quanto fosse bella la vista da lassù. Era stupendo!! Si vedeva tutta la città!! Quando scendemmo ci recammo nei grandi spazi verdi del Prater e rimanemmo lì per tutto il pomeriggio.

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Alla sera eravamo molto stanche così andammo a letto presto, anche perché le cose da vedere a Vienna non erano finite!




2 gennaio
Anche oggi ci svegliammo presto. Il nostro itinerario prevedeva la chiesa di S. Stefano, la Rathaus (il municipio) e il museo di storia dell’arte. Iniziammo con la Rathaus. È il municipio della città, è un’architettura neogotica. Ho scoperto anche che venne progettato da Friedrich von Schmidt e costruito tra il 1872 ed il 1883. Dietro le arcate gotiche si intravede, seminascosto, il vetro delle finestre. La costruzione è sormontata dalla torre centrale con i suoi 105 metri. Sulla torre si trova la statua del Rathausmann (uomo del municipio). Il municipio è, inoltre, circondato da sette giardini.

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Dopo la visita al municipio ci recammo alla chiesa di S. Stefano, la cattedrale di Vienna. Le fondamenta dell'edificio risalgono al 1147. Una seconda più grande struttura fu edificata nel XIII secolo, e di essa rimangono il Portale dei Giganti e le Torri dei Pagani. Ulteriori modifiche vennero effettuate dagli Asburgo, tra cui la costruzione della torre settentrionale. La facciata dell'ingresso principale è costituita dal Portale del gigante e dalle due torri gemelle. Sul lato sinistro c’è la Porta dei Cantori.

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Dopo queste visite ci recammo un ristorante. Io ordinai il Tafelspitz, un gustoso pezzo di manzo bollito nel brodo, chiara invece scelse il Gulasch, una specialità ungherese, che consiste in uno stufato di carne cotta con lardo, farina, cipolle, carote, patate e paprica. Io non ebbi il coraggio di assaggiarlo!! Era troppo forte per i miei gusti! Finito il pasto ci recammo al museo di storia dell’arte. Venne aperto nel 1891. All’interno tutto è decorato di marmo. Una delle più importanti opere del museo è la Saliera di Benvenuto Cellini. Però quella che mi è piaciuta di più è l’incoronazione di spine di Caravaggio.
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Venne dipinto attorno al 1603. Al centro della tela è raffigurata la flagellazione di Cristo ad opera di due uomini che lo torturano con dei bastoni, i quali servono loro per mettere sulla testa del condannato la corona di spine. Il Cristo è vestito con un tessuto rosso. La parte sinistra della tela è occupata da un uomo in armatura che osserva la scena senza parteciparvi. Quando siamo usciti dal museo siamo passate davanti ad un’edicola. Io ne approfittai per prendere una cartolina da spedire alla mia famiglia. Appena arrivati a casa presi una penna e mi misi a scrivere:


Ciao mamma! Ciao papà! Ciao fratellino!

Adesso sono a Vienna da due giorni. Il primo giorno era capodanno così io e Chiara siamo andate a vedere il concerto, è stato BELLISSIMO!!!! Poi siamo passati al Prater, il parco dei divertimenti della città, sono salita sulla ruota panoramica e ho visto Vienna dall’alto! È magnifica!! Oggi invece abbiamo visto la Rathaus (è il municipio), la chiesa di S. Stefano e il museo di storia dell’arte. È stato tutto così bello!! E ho fatto tante foto!! Appena arrivo a casa ve le faccio vedere!! Va beh… che dire… niente di più, quindi CIAO!!!! A presto!!! Bacioni dalla vostra Linda e da Chiara!! P.S. arriverò prima io della cartolina!
Appena ebbi finito di scrivere feci un salto fuori casa per spedire la cartolina… e con sorpresa trovai tutta Vienna illuminata!! Non pensavo fosse così bella!! Corsi subito a chiamare Chiara e insieme ci godemmo quello spettacolo magifico!!!


Hundertwasserhaus. Uno degli angoli più suggestivi della Vienna moderna


Appena ebbi finito di scrivere feci un salto fuori casa per spedire la cartolina… e con sorpresa trovai tutta Vienna illuminata!! Non pensavo fosse così bella!! Corsi subito a chiamare Chiara e insieme ci godemmo quello spettacolo magifico!!!

venerdì 17 aprile 2009

STORIA: Seicento. Secolo di ferro o secolo d'oro?


Il secolo di ferro.
Il periodo successivo alla Controriforma fu un epoca di grande tensione in Europa.
Il nostro continente infatti conobbe, nei decenni successivi, un lungo periodo di intolleranza, guerre ed epidemie. Per questo motivo il Seicento viene chiamato dagli storici “il secolo di ferro”.
Abbiamo già visto come la Spagna, che giunge al culmine del suo potere sotto Carlo V e Filippo II, comincia già ad entrare in crisi verso la fine del Cinquecento: la monarchia asburgica dovette fronteggiare prima la rivolta della provincia dei Paesi Bassi,le cui province settentrionali nel 1578 si dichiararono indipendenti dalla corona spagnola, dando vita ad un nuovo Stato, la Repubblica delle Province Unite (Olanda). In seguito, nel 1588, l’imponente flotta inviata da Filippo II contro l’Inghilterra di Elisabetta I (l’ Ínvincibile Armada) subì un’umiliante sconfitta.
La potenza della Spagna era ormai in declino: Inghilterra e Olanda saranno le grandi protagoniste del XVII secolo.
La distruzione dell'"Invincibile Armada" di Filippo II

Guerre di religione
Abbiamo visto anche come la Francia è stata per lunghi anni insanguinata dalle guerre di religione tra cattolici e ugonotti (calvinisti), conclusesi, dopo infiniti lutti, nel 1598 quando Enrico IV di Borbone, calvinista convertitosi al cattolicesimo per poter diventare re (“Parigi val bene una messa”) proclamò l’ Editto di Nantes. Questa legge permetteva agli ugonotti (calvinisti) di praticare liberamente il loro culto senza subire persecuzioni.

La guerra dei Trent’Anni
Ma la situazione divenne esplosiva anche nei territori dell’ Impero, governati dagli Asburgo d’Austria.
La miccia della più terribile guerra che sconvolse l’Europa del Seicento si accese in Boemia (nell’attuale Repubblica Ceca). Qui si era diffuso il culto calvinista. Quando l’ imperatore Mattia d’Asburgo, nel 1618, decise di obbligare i boemi a ritornare al cattolicesimo i nobili boemi si ribellarono e gettarono gli inviati dell’imperatore dalla finestra del palazzo reale di Praga (l’episodio è noto come “defenestrazione di Praga). Questo fatto fece esplodere una guerra sanguinosissima che sconvolse l’Europa, e in particolare la Germania, per trenta lunghi anni (1618-1648).

La "defenestrazionedi Praga"

In un primo momento la guerra si volse a vantaggio dei cattolici. Accanto all’imperatore Ferdinando II (succeduto a Mattia, morto nel 1619) si schierò la cattolicissima Spagna (governata dall’altro ramo della famiglia Asburgo). Il cattolicesimo fu nuovamente imposto in Boemia.
Presto però il conflitto si allargò ad altri Paesi europei: la Spagna tentò di riconquistare le Province olandesi, causando la reazione di altre nazioni protestanti a lei ostili. Entrarono così in gioco la Danimarca, l’Inghilterra e, come ai tempi di Carlo V, alcuni principi tedeschi protestanti.
Le armate cattoliche sembravano comunque vicine ad ottenere la vittoria, ma nel 1630 intervenne re Gustavo II Adolfo di Svezia. Questo regno luterano si era dotato di un esercito moderno e potentissimo che mise a ferro e fuoco la Germania. A fare le spese delle incursioni degli eserciti protestanti e cattolici fu la popolazione civile, sottoposta ad ogni genere di furto, violenza e devastazione.
Nel 1640 intervenne anche la cattolica Francia. Ma, come ai tempi di Francesco I, i francesi non si batterono contro i cattolici, ma contro di loro. La Francia infatti era interessata ad indebolire i potenti vicini: l’Impero e la Spagna.
Tutti i Paesi, stremati da questa guerra durissima, decisero di firmare, nel 1648, la Pace di Vestfalia.
I veri sconfitti erano la Spagna e l’Impero:
- la Spagna dovette definitivamente rinunciare alle sue pretese sui Paesi Bassi
- gli Asburgo d’Austria non erano riusciti a rafforzare la propria autorità sui principati tedeschi, divenuti ancora più indipendenti. In più dovettero accettare che, nell’Impero, oltre al luteranesimo e al cattolicesimo (come stabilito dalla pace di Augusta del 1555) si potesse praticare anche il calvinismo.

I veri vincitori furono:
- l’Olanda
- la Svezia
- la Francia

A causa della guerra la Germania aveva perso il 30% dei suoi abitanti.
Oltre alle distruzioni e ai massacri, gli eserciti avevano portato epidemie, tra la peste, che si diffondeva seguendo il cammino degli eserciti. La peste giunse anche in Italia, dove si combattè una piccola parte della guerra dei Trent’Anni. La Lombardia ne fu pesantemente colpita nel 1629, come racconta Alessandro Manzoni nel suo romanzo I Promessi Sposi.
Le zone di guerra si spopolavano. I campi non venivano coltivati perché mancavano i contadini per lavorarli e perché venivano saccheggiai e distrutti dagli eserciti. Questo causava gravi periodi di carestia.

L’intolleranza religiosa e la caccia alle streghe
La cupa atmosfera di intolleranza religiosa che si respirava in Europa (sia nei paesi cattolici che in quelli protestanti) portò alla nascita di un fenomeno di terrificante violenza: tra il 1580 e il 1640 migliaia di persone furono accusate di stregoneria e condannate a morte.
Era una convinzione diffusa all’epoca che esistessero persone – le streghe - in grado di comandare i fenomeni naturali (pioggia, terremoti, siccità…) e di modificare il comportamento di uomini e animali. Si pensava che le streghe ottenessero i loro poteri grazie ad un patto col diavolo.
Spesso si trattava solamente di donne, per lo più anziane e senza famiglia, che suscitavano il sospetto della società a causa dei loro comportamenti strani o perché facevano le guaritrici utilizzando le proprietà curative di erbe e piante.
Le si accusavano di crimini svariati: di provocare morte e malattia attraverso gli incantesimi, di danneggiare i raccolti, di uccidere i neonati, di recarsi in volo a riunioni notturne (i sabba) nelle quali adoravano Satana.
Chi era accusato di stregoneria veniva incarcerato, processato, torturato e bruciato vivo sul rogo.

Vittime dell’intolleranza religiosa e della superstizione furono anche gli ebrei, già isolati nei ghetti dal secolo precedente.
Durante le epidemie di peste, inoltre, si scatenava la caccia agli untori: si credeva che la malattia fosse trasmessa da unguenti malefici spalmati sugli edifici delle città o disciolti nelle acque potabili. nche di queste assurde convinzioni il Manzoni parla ampiamente nel suo romanzo.

Un secolo cupo o “el siglo de oro”?
Nonostante questi aspetti terribili il Seicento, come abbiamo già visto, fu anche il secolo del progresso scientifico.
Alcuni Paesi conobbero in questo periodo un magnifico splendore culturale: la Spagna, in crisi, politica, espresse in questo periodo alcuni dei suoi artisti più grandi: lo scrittore Miguel de Cervantes, autore del Don Chichotte, i pittori Velasquez, Zurbaran, El Greco; l’ Olanda ospitò grandissimi scienziati e artisti (i pittori Rembrandt e Vermeer); Roma si riempì di eccezionali monumenti in stile barocco, soprattutto grazie agli architetti Gian Lorenzo Bernini e Federico Borromini, senza dimenticare il grande pittore Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio; l’ Inghilterra diede i natali al genio del teatro, William Shakespeare.
Per questi motivi, Paesi come Spagna e Olanda considerano il Seicento il “secolo d’oro” della loro cultura.



"La lattaia", uno dei più celebri dipinti dell'artista olandese Jan Vermeer