martedì 28 aprile 2009

SETTECENTO: L'Iluminismo - parte I°


L’Illuminismo

 L’illuminismo è un fenomeno culturale che si diffonde nel Settecento e tocca tutti i campi del sapere.

Gli illuministi erano degli studiosi che si occupavano di diverse discipline e spesso non condividevano la stessa opinione.

Avevano però in comune un’idea: gli uomini devono imparare a servirsi esclusivamente della propria RAGIONE per affrontare ogni tipo di problema.

 

L’illuminismo non nacque dal nulla. Esso raccolse l’eredità degli scienziati del Seicento (vedi l’Unità dedicata alla Rivoluzione scientifica). In particolare gli illuministi appresero il il metodo utilizzato da questi scienziati per studiare la natura: il metodo sperimentale. Non bisognava accontentarsi di ciò che era stato tramandato dalla tradizione, ma osservare direttamente i fenomeni della natura, scoprire tramite esperimenti le leggi che ne regolano il funzionamento ed esprimerle attraverso il linguaggio della matematica.

Anche nel Settecento quindi gli studi e le scoperte scientifiche progredirono incessantemente:

-         lo svedese Linneo e il francese Buffon approfondirono le conoscenze sule specie animali (zoologia) e vegetali (botanica);

-         l’americano Franklin e gli italiano Luigi Galvani e Alessandro Volta fecero importanti scoperte riguardo al fenomeno dell’elettricità.

 

Il laboratorio di Luigi Galvani


Gli illuministi e la religione

Inoltre questi studiosi avevano incominciato a mettere in dubbio gli insegnamenti delle Sacre Scritture, spesso affrontando la dura reazione della Chiesa (basti pensare al caso di Galileo).

Proprio riflettendo su queste difficoltà gli illuministi presero a criticare apertamente la religione.

Essi sostenevano che le Chiese (soprattutto quella cattolica) avevano ostacolato i progressi della conoscenza affermando che la verità era stata rivelata da Dio per mezzo delle Sacre Scritture e che i fedeli dovevano accettarla senza discutere.

Gli illuministi, invece, volevano sottoporre le credenze religiose all’esame della ragione. Ciò che vi era di ragionevole in esse andava conservato, il resto andava respinto in quanto frutto di superstizione.

Non tutti gli illuministi condividevano però le stesse idee in proposito:

-         alcuni (i deisti), pur criticando il clero, gli aspetti irrazionali della fede, le superstizioni e le rivalità tra fedi diverse che avevano portato alle guerre di religione, credevano nell’esistenza di un Dio buono che aveva creato l’Universo e gli aveva dato ordine;

-         altri (gli atei à da a – senza / theos – Dio) rifiutavano del tutto l’idea dell’esistenza di Dio. Questi ultimi ritenevano inutile e dannosa qualsiasi religione.

 

Anche se avevano idee differenti, ateisti e deisti erano d’accordo sul fatto che le religioni tradizionali avevano, nei secoli precedenti, causato guerre e sofferenze. Ciascuna religione infatti aveva ritenuto di possedere l’unica verità e questa convinzione aveva spinto tutte le Chiese a compiere violenze terribili contro gli avversari.

 

L’Illuminismo lottò per cambiare questa mentalità e per affermare un nuovo principio: la TOLLERANZA. Bisognava smettere di perseguitare le persone che avevano idee diverse in materia di religione: tutti dovevano poter convivere pacificamente gli uni accanto agli altri.

 

La laicità

La violenta polemica contro la religione contribuì allo sviluppo di una mentalità laica, cioè un modo di riflettere sull’uomo e sulla Natura completamente diverso da quello proposto dal cristianesimo.

Agli illuministi non interessavano il Paradiso o la salvezza dell’anima; essi si preoccupavano di cercare la strada per raggiungere il benessere e la felicità nella vita terrena  ed erano convinti che non la religione, ma la scienza e il sapere potessero garantire all’umanità un futuro d continui miglioramenti. 

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