Si avvicina l’equinozio di primavera dell’anno 1300.
Il poeta Dante Alighieri, smarrita la strada, si ritrova, terrorizzato, in una oscura foresta.
Si rasserena solo quando, all’alba, vede di fronte a sé un colle illuminato dai raggi del Sole.
Si appresta a salire sulla cima dell’altura, ma è costretto a retrocedere quando incontra tre belve feroci: una lonza (lince? Pantera?), un leone e una terribile lupa.
Ormai Dante dispera di ritrovare la giusta strada e sembra non avere altro scampo che ritornare nella foresta che tanto lo aveva spaventato. Ma è a questo punto che fa uno strano incontro: una sagoma umana quasi trasparente, un’ombra. Scoprirà che si tratta dell’anima di Virgilio, il grande poeta latino da lui tanto ammirato.
Virgilio si offre a Dante come guida. L’unico modo per ritrovare la giusta via, evitando i pericoli rappresentati dalle tre belve, è quello di attraversare i tre regni dell’Oltretomba (Inferno, Purgatorio, Paradiso). Qui Dante avrà modo di incontrare dannati, purganti e beati, rendendosi conto delle conseguenze eterne delle azioni che gli uomini compiono nella loro vita mortale.
Virgilio guiderà Dante attraverso l’Inferno e il Purgatorio. Dovrà abbandonarlo però alle porte del Paradiso. Avendo vissuto senza conoscere il Dio cristiano, adorando gli dei pagani (che Dante definisce “falsi e bugiardi”), al poeta latino non è permesso di entrare nel regno dei beati (Virgilio, lo ricordiamo, ha vissuto tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del I d.C., quando il Cristianesimo era ai suoi primi inizi).
Sarà quindi Beatrice (la donna fiorentina di cui Dante è stato innamorato, e alla quale ha dedicato la sua opera La Vita Nova) a guidarlo attraverso i 9 cieli del Paradiso.
Il poeta Dante Alighieri, smarrita la strada, si ritrova, terrorizzato, in una oscura foresta.
Si rasserena solo quando, all’alba, vede di fronte a sé un colle illuminato dai raggi del Sole.
Si appresta a salire sulla cima dell’altura, ma è costretto a retrocedere quando incontra tre belve feroci: una lonza (lince? Pantera?), un leone e una terribile lupa.
Ormai Dante dispera di ritrovare la giusta strada e sembra non avere altro scampo che ritornare nella foresta che tanto lo aveva spaventato. Ma è a questo punto che fa uno strano incontro: una sagoma umana quasi trasparente, un’ombra. Scoprirà che si tratta dell’anima di Virgilio, il grande poeta latino da lui tanto ammirato.
Virgilio si offre a Dante come guida. L’unico modo per ritrovare la giusta via, evitando i pericoli rappresentati dalle tre belve, è quello di attraversare i tre regni dell’Oltretomba (Inferno, Purgatorio, Paradiso). Qui Dante avrà modo di incontrare dannati, purganti e beati, rendendosi conto delle conseguenze eterne delle azioni che gli uomini compiono nella loro vita mortale.
Virgilio guiderà Dante attraverso l’Inferno e il Purgatorio. Dovrà abbandonarlo però alle porte del Paradiso. Avendo vissuto senza conoscere il Dio cristiano, adorando gli dei pagani (che Dante definisce “falsi e bugiardi”), al poeta latino non è permesso di entrare nel regno dei beati (Virgilio, lo ricordiamo, ha vissuto tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del I d.C., quando il Cristianesimo era ai suoi primi inizi).
Sarà quindi Beatrice (la donna fiorentina di cui Dante è stato innamorato, e alla quale ha dedicato la sua opera La Vita Nova) a guidarlo attraverso i 9 cieli del Paradiso.
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