I Sami (sámit o sápmelaš in lingua autoctona) sono una popolazione indigena di circa 75.000 persone stanziata nella parte settentrionale della Scandinavia tra la penisola di Kola (Russia) e la Norvegia centrale includendo anche le regioni più settentrionali della Finlandia e Svezia.
I Sami hanno la loro storia, lingua, cultura, attività professionali, modo di vivere e identità. Si dividono tra quattro stati: Norvegia (40.000 sami), Svezia (20.000), Finlandia (7.000) e Russia (2.000).
Generalmente sono conosciuti in italiano come Lapponi, sebbene oggi il termine sia improprio, dal momento che tale aggettivo identifica tutti gli abitanti della Lapponia, includendo ad esempio i finlandesi, nella cui nazione la regione rappresenta una provincia amministrativa. L'etimologia stessa della parola lappone è ancora incerta (lapp significa "toppa" in svedese, lape significa "periferia" in finlandese).
Le prime notizie attendibili su questo popolo risalgono al 1555 quando lo svedese Olaus Magnus pubblicò a Roma la "Historia de gentibus septentrionalibus". Prima di allora vi sono solo descrizioni fantastiche da parte di autori medioevali che popolano la Lapponia di amazzoni che rimangono incinte da sole bevendo acqua, uomini verdi, cannibali ed altre favole.
Negli antichi documenti ufficiali locali gli antenati dei sami vennero chiamati "lapponi". Un "lappone" significava in Finlandia una persona che praticava le cosiddette "professioni lapponi" cioè l'allevamento di renne, la pesca e la caccia.
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ABITAZIONI
Un tempo i sami erano principalmente allevatori di renne, pescatori e cacciatori nomadi, abitavano in capanne coniche trasportabili chiamate kota, o in tende chiamate lavvu. Le capanne di zolle sono frequenti negli accampamenti primaverili e autunnali, e sono costruite sullo stesso schema delle tende ad archi meridiani, ma vengono coperte di terra anziché di teli e di pelli. Nei terreni boscosi i pali possono essere facilmente tagliati sul posto e non devono essere trasportati; le intelaiature sono in questi casi coperte da scorza di betulla. I Lapponi costruiscono i loro accampamenti dove possono fornirsi di acqua potabile e di combustibile. Per facilitare gli spostamenti, essi portano con sé poche cose. Non esistono mobili, a parte la cassa da viaggio e la culla sospesa al soffitto.
.Un tempo i sami erano principalmente allevatori di renne, pescatori e cacciatori nomadi, abitavano in capanne coniche trasportabili chiamate kota, o in tende chiamate lavvu. Le capanne di zolle sono frequenti negli accampamenti primaverili e autunnali, e sono costruite sullo stesso schema delle tende ad archi meridiani, ma vengono coperte di terra anziché di teli e di pelli. Nei terreni boscosi i pali possono essere facilmente tagliati sul posto e non devono essere trasportati; le intelaiature sono in questi casi coperte da scorza di betulla. I Lapponi costruiscono i loro accampamenti dove possono fornirsi di acqua potabile e di combustibile. Per facilitare gli spostamenti, essi portano con sé poche cose. Non esistono mobili, a parte la cassa da viaggio e la culla sospesa al soffitto.
LINGUA
Le lingue sami appartengono al gruppo linguistico ugro-finnico. La loro letteratura era una volta esclusivamente orale, sebbene oggigiorno molte poesie e canti (lo joik) siano tradotti e pubblicati soprattutto nelle tre lingue sami principali (sami settentrionale, sami di Inari e sami skolt).
Sebbene la popolazione Sami non sia costituita in uno stato indipendente, al fine di rafforzarne l'identità nazionale e di preservarne gli aspetti culturali e tradizionali, il popolo Sami possiede un proprio organo rappresentativo, il parlamento Sami, una propria capitale, Karasjok, ed una propria bandiera.
Le lingue sami appartengono al gruppo linguistico ugro-finnico. La loro letteratura era una volta esclusivamente orale, sebbene oggigiorno molte poesie e canti (lo joik) siano tradotti e pubblicati soprattutto nelle tre lingue sami principali (sami settentrionale, sami di Inari e sami skolt).
Sebbene la popolazione Sami non sia costituita in uno stato indipendente, al fine di rafforzarne l'identità nazionale e di preservarne gli aspetti culturali e tradizionali, il popolo Sami possiede un proprio organo rappresentativo, il parlamento Sami, una propria capitale, Karasjok, ed una propria bandiera.
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CARATTERISTICHE SOMATICHE E ETNICHE. USANZE E RELIGIONE
I Sami vengono considerati una etnia artica, con caratteri propri, dato che risulta problematico inserirli fra le popolazioni asiatiche, sia per la mancanza di caratteri mongoloidi quali gli occhi a mandorla, sia per l'alta incidenza di occhi e capelli chiari. I Sami sono tra gli abitanti europei più bassi (in media solo 157 cm).
La loro abitazione tradizionale era costituita o da una tenda portatile, costruita con pelle di renna, oppure da una capanna fissa. Il loro mezzo di trasporto tradizionale era la slitta trainata dalle renne, anche se hanno utilizzato sin dall'antichità gli sci, dei quali è stato rintracciato un esemplare datato al 1500 avanti Cristo.[2]
Vivono in un ambiente particolarmente inospitale, a causa sia delle temperature rigide, sia per l'assenza totale di luce solare durante la stagione invernale, per un periodo che varia da uno a due mesi.
Le renne rappresentavano, tradizionalmente, l'unica risorsa dei Sami, visto che da essa ricavavano le pelli per gli abiti e per le dimore, la carne, le bevande, le ossa e le corna per realizzare strumenti e utensili.
Tradizionalmente, i Sami trascorrevano l'inverno nelle terre in pianura, prima di trasferirsi, nel mesi più caldi, su fino ai pascoli montani, lontani dalle zanzare e dal caldo.
La loro abitazione tradizionale era costituita o da una tenda portatile, costruita con pelle di renna, oppure da una capanna fissa. Il loro mezzo di trasporto tradizionale era la slitta trainata dalle renne, anche se hanno utilizzato sin dall'antichità gli sci, dei quali è stato rintracciato un esemplare datato al 1500 avanti Cristo.[2]
Vivono in un ambiente particolarmente inospitale, a causa sia delle temperature rigide, sia per l'assenza totale di luce solare durante la stagione invernale, per un periodo che varia da uno a due mesi.
Le renne rappresentavano, tradizionalmente, l'unica risorsa dei Sami, visto che da essa ricavavano le pelli per gli abiti e per le dimore, la carne, le bevande, le ossa e le corna per realizzare strumenti e utensili.
Tradizionalmente, i Sami trascorrevano l'inverno nelle terre in pianura, prima di trasferirsi, nel mesi più caldi, su fino ai pascoli montani, lontani dalle zanzare e dal caldo.
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La loro religione tradizionale era quella sciamanica. Nell'arte della previsione del tempo i Sami hanno inventato dei riti complicati. Per predire l'avvenire lo sciamano ( detto naid o noide) utilizzava un tamburo magico di forma ovale, diviso in 3 o più settori, a rappresentare gli spiriti del cielo, la terra e l'uomo, raffigurati da molti simboli. Lo sciamano poneva sopra il tamburo una bacchetta magica o degli anelli di rame. Poi cantava battendo il tamburo ed entrava in estasi. Frattanto l'indicatore( bacchette o anelli) si disponeva in un certo modo sopra i simboli del tamburo, e ciò permetteva al mago di prevedere il futuro. La divinità principale sembrava essere stata il Dio del tuono. Tra le altre divinità importanti era la Madre- Terra ( Madar-Ahkkn), che proteggeva le nascite e aveva grandi poteri guaritori. Credevano che, al momento della morte, l'anima e il corpo si separassero definitivamente; spesso veniva abbandonata la capanna dove era morto qualcuno. Come presso molti popoli nordici, l'orso era uno dei più importanti animali rituali, e molti tabù e credenze lo riguardavano. Molti riti propiziatori si riferivano agli animali: quando uno di loro veniva ucciso, un pezzo di carne di ogni parte del corpo veniva inserito in una specie di tomba, per essere seppellito, nella convinzione che la divinità, ingraziata dal sacrificio, facesse rivivere l'animale in un altro mondo.[4] I Sami credevano nel potere magico dei sogni, interpretandolo come una via di comunicazione con il mondo dei morti.
La loro religione tradizionale era quella sciamanica. Nell'arte della previsione del tempo i Sami hanno inventato dei riti complicati. Per predire l'avvenire lo sciamano ( detto naid o noide) utilizzava un tamburo magico di forma ovale, diviso in 3 o più settori, a rappresentare gli spiriti del cielo, la terra e l'uomo, raffigurati da molti simboli. Lo sciamano poneva sopra il tamburo una bacchetta magica o degli anelli di rame. Poi cantava battendo il tamburo ed entrava in estasi. Frattanto l'indicatore( bacchette o anelli) si disponeva in un certo modo sopra i simboli del tamburo, e ciò permetteva al mago di prevedere il futuro. La divinità principale sembrava essere stata il Dio del tuono. Tra le altre divinità importanti era la Madre- Terra ( Madar-Ahkkn), che proteggeva le nascite e aveva grandi poteri guaritori. Credevano che, al momento della morte, l'anima e il corpo si separassero definitivamente; spesso veniva abbandonata la capanna dove era morto qualcuno. Come presso molti popoli nordici, l'orso era uno dei più importanti animali rituali, e molti tabù e credenze lo riguardavano. Molti riti propiziatori si riferivano agli animali: quando uno di loro veniva ucciso, un pezzo di carne di ogni parte del corpo veniva inserito in una specie di tomba, per essere seppellito, nella convinzione che la divinità, ingraziata dal sacrificio, facesse rivivere l'animale in un altro mondo.[4] I Sami credevano nel potere magico dei sogni, interpretandolo come una via di comunicazione con il mondo dei morti.
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ISTITUZIONI
Oggi esistono vari "parlamenti sami", fondati in Finlandia nel 1973, in Norvegia nel 1989 e in Svezia nel 1993 che difendono i loro interessi e preservano la loro autonomia culturale.
Attualmente i Sami non sono più completamente nomadi, bensì vivono in piccoli paesi, tra i quali Kautokeino, considerata la capitale culturale dei Sami, dal momento che il 90% dei suoi abitanti parla la lingua sami. Anche Karasjok è un importante centro formato da circa 3000 abitanti, sede del parlamento sami norvegese e di altre istituzioni quali, la radio NRK Sami Radio, il museo Sami Collections, i centri culturali Art Centre e Sami Specialist Library.
Oggi esistono vari "parlamenti sami", fondati in Finlandia nel 1973, in Norvegia nel 1989 e in Svezia nel 1993 che difendono i loro interessi e preservano la loro autonomia culturale.
Attualmente i Sami non sono più completamente nomadi, bensì vivono in piccoli paesi, tra i quali Kautokeino, considerata la capitale culturale dei Sami, dal momento che il 90% dei suoi abitanti parla la lingua sami. Anche Karasjok è un importante centro formato da circa 3000 abitanti, sede del parlamento sami norvegese e di altre istituzioni quali, la radio NRK Sami Radio, il museo Sami Collections, i centri culturali Art Centre e Sami Specialist Library.
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